venerdì, Aprile 26, 2024
Sanità

Contagi in corsia: infermieri e medici nel vicolo cieco del Coronavirus


Contagi in corsia: infermieri e medici nel vicolo cieco del Coronavirus


Contagi in corsia: infermieri e medici nel vicolo cieco del Coronavirus. Una lunga lista di operatori sanitari contagiati dal CoVid-19, un circolo vizioso che ha blindato il virus all’interno delle strutture ospedaliere alimentando il contagio. Per questo l’ARES, in concomitanza con la Fase 2, ha dato avvio ad un monitoraggio dei dipendenti degli ospedali per limitare le occasioni di diffusione del Coronavirus in corsia.

Il totale

Alla data del 30 aprile, infatti, sono stati 378 i medici e gli infermieri contagiati dal SARS-CoV-2, pari al 9,3% del totale dei contagiati ed a circa l’1% degli operatori sanitari pugliesi. Il 52% degli operatori contagiati (196) è stato riconosciuto come positivo COVID-19 nel primo periodo dell’epidemia con un picco nel periodo compreso tra il 16 e il 31 marzo. È stata questa la fase più dura della pandemia che ha generato contagi a cascata.

Infermieri

Il 40% dei contagiati svolge la professione di infermiere: il dato, ironia del destino, emerge proprio oggi, nella giornata internazionale dell’infermiere.



Un ruolo talmente delicato che anche Papa Francesco ha sottolineato l’impegno dei sanitari: “La loro è più di una professione, è una vocazione, una dedizione. In questo tempo della pandemia hanno dato esempio di eroicità e alcuni hanno dato la vita”, ha scritto il Pontefice. Dei 110 infermieri contagiati, 77 operano all’interno di ospedali (70%), 8 nel sistema di emergenza-urgenza e 12 in strutture territoriali.

Gli altri contagi

L’altro 41% dei contagiati riguarda invece i medici (la maggior parte dipendenti ASL), mentre il 14% è rappresentato dai tecnici e il 2% da personale amministrativo.

La maggior parte dei contagiati (il 78%, circa 210 unità) è assegnato all’assistenza ospedaliera, il 16% all’area territoriale. La fase di graduale ritorno alla normalità, però, dev’essere seguita da nuove misure che abbiano la capacità di garantire sicurezza ai dipendenti e alla collettività. Per questo l’ARES ha individuato nei tamponi e nei test sierologici i campanelli d’allarme per individuare- e nel caso spezzare-  possibili nuove catene di contagio. I nuovi protocolli su come (e su chi) effettuare i test sono entrati in vigore ieri per uscire dal vicolo cieco dei contagi in corsia per Coronavirus in cui finiscono medici, infermieri e quindi i pazienti.

Michele Cirulli



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