sabato, Luglio 27, 2024
Cronaca

VIDEO | Solo 1 anno per l’omicida. La figlia: “”Non è giustizia””

Vuole giustizia, Annamaria Diciomma, la figlia di Antonio Diciomma, il 67enne cerignolano che il 26 agosto del 2015 entrò nell’azienda agricola di Michele Marchese, a Troia, e una volta scoperto mentre insieme ad un complice cercava di trafugare gasolio fu sparato con un colpo mortale di un fucile a pompa.

La corte d’appello di Bari ha confermato un anno di reclusione, pena sospesa, catalogando il gesto come omicidio colposo e non volontario. Le Procure di Foggia e di Bari, invece, avevano chiesto 10 anni di reclusione in carcere per l’omicidio.

Per la difesa di Marchese, rappresentata da Gianluca Ursitti, si trattò di fatalità , mentre per i familiari e i legali di Diciomma, si è trattato di una volontà  precisa di punire con la morte chi aveva violato la proprietà  privata. La condanna ad un solo anno di reclusione però divide.

“”Ascoltare la sentenza a un anno di carcere, che neanche farà , è stato come uccidere per la terza volta mio padre. è un omicidio volontario, non è colposo, avevamo molta fiducia nella giustizia ma la sentenza non è giusta””, commenta la figlia della vittima, Annamaria Diciomma.

“”E’ stato sparato un primo colpo, poi un secondo colpo sempre sulla sagoma, a 35-40 metri, e quindi la visuale c’era: come si fa a sostenere che non sia volontario?””, è l’interrogativo di Diciomma. Suo padre, di 67 anni, quella notte era stato appena scoperto mentre cercava di rubare gasolio da una cisterna nella proprietà  privata di Marchese. “”Non voglio giustificare ciò che ha fatto mio padre, perchà© non doveva essere lì, assolutamente, però non è da giustificare nemmeno il gesto di chi ha sparato. Anche lui ha sbagliato ed è giusto che riceva la corretta punizione””.

“”Che esempio diamo? Adesso chiunque venga sorpreso in un giardino è legittimato a sparare? Se un ragazzino entra in una proprietà  privata per prendere un pallone, gli si spara contro, tanto la pena è di appena un anno di reclusione? Questa non è giustizia, è vergognoso””, conclude la figlia della vittima.

A difendere le ragioni della famiglia Diciomma, nel procedimento penale, è l’avvocato Pierluigi Barbaro, che fa sapere già  di voler andare fino in fondo: “”Solleciterò l’impugnazione da parte della Procura Generale. è una sentenza che non accogliamo molto bene perchà© non condividiamo almeno il ragionamento fatto dal giudice di primo grado, visto che le motivazioni dell’Appello non sono ancora state depositate. Quello che risulta a mio avviso inspiegabile è come si possa escludere l’omicidio volontario rispetto a determinate condotte che di per sà© testimoniano altro””, dice il legale.

“”Mi riferisco alle condotte dell’imputato, alla micidialità  dell’arma, alla distanza tra lo sparatore e la vittima e alle tre versioni assolutamente contrastanti, illogiche e non credibili del Marchese. Rimaniamo dell’idea che si sia trattato di omicidio volontario””, spiega Barbaro.

“”Confidiamo nella Suprema Corte di Cassazione affinchè possa dare dignità  processuale e storica a un fatto dai risvolti tragici””, conclude l’avvocato della famiglia Diciomma.

Michele Cirulli
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