sabato, Luglio 27, 2024
Cronaca

Chiesa e politica, Renna vuole la “”separazione delle carriere””

è servito davvero poco tempo, al nuovo vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, per dettare la linea di rinnovamento nella Chiesa tenuta per mano da 15 anni da Felice Di Molfetta. La prima grande rivoluzione, che segna discontinuità  tra i due vescovi, è la gestione dei rapporti tra Chiesa e Politica.

 
Nell’ultimo incontro avvenuto presso la Chiesa del Carmine, a Cerignola, il prelato ha ipotizzato anche le dimissioni per coloro che si ritrovino ad assumere incarichi politici e contemporaneamente ecclesiastici. Prima che monsignor Luigi Renna mettesse piede a Cerignola, un lungo stuolo di sacerdoti e fedeli lo ha raggiunto ad Andria per parlargli dei problemi della Curia. In modo particolare della sciagurata liaison politica tra il candidato sindaco Franco Metta, poi eletto, e l’allora vescovo della diocesi Felice Di Molfetta, ispiratore insieme a Giuseppe Di Bisceglia della lista civica i-Cattolici.
La decisione, a ridosso della feroce campagna elettorale ormai passata, ha di fatto diviso il mondo clericale. Tanto che, una volta appresa la notizia della sostituzione del pastore spirituale della comunità , all’interno della Curia c’è stato più di un sospiro di sollievo. Non solo, Renna sarebbe stato costretto ad interrompere le visite provenienti da Cerignola rimandandole al giorno del suo insediamento ufficiale, avvenuto lo scorso 16 gennaio.
Sembra averne fatto tesoro, di quelle segnalazioni. Perchè invitato a Palazzo di città , con garbo ma senza nessun timore reverenziale nei confronti del padrone di casa, Renna ha messo subito le cose in chiaro: compito della Chiesa è formare le coscienze; le scelte personali di impegno politico dei fedeli potranno essere diverse, ma nel rispetto di principi etici dei quali ognuno risponderà  in coscienza, senza però arrivare a dilaniarsi, perchè il nome di Cristo deve unire e non dividere. Per rendere ancora più lineare il suo pensiero, recidendo il cordone ombelicale tra la giunta Metta e la diocesi di Di Molfetta, il nuovo vescovo ha citato la Dottrina Sociale della Chiesa: Le istanze della fede cristiana difficilmente sono rintracciabili in un’unica collocazione politica: pretendere che un partito o uno schieramento politico corrispondano completamente alle esigenze della fede e della vita cristiana ingenera equivoci pericolosi.
Per questo Renna ha già  fatto sapere di non volere i cristiani del minimo morale, ma quelli su cui mai dovrebbe esserci l’ombra dell’interesse individuale e dell’incoerenza. Il bene comune è l’aspirazione a cui tutti devono rivolgersi ed esortando i fedeli laici a partecipare alla vita politica. “”Ma per raggiungere questo scopo la Chiesa parteggerà  per qualcuno? Significherà  che avrà  propri interessi? Partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come forestieri, dice l’ antico autore cristiano. Così il nuovo vescovo si è presentato rispetto all’incesto politico tra amministrazione e religione. Un concetto ribadito anche nella Chiesa del Carmine, il 3 febbraio scorso, quando il vescovo ha convocato tutti i consigli pastorali diocesani per spiegare le linee programmatiche.    Nell’occasione è ritornato più volte sul tema politica-chiesa. Spingendosi oltre e sostenendo di aspettarsi le dimissioni di chi è impegnato nella vita ecclesiale e nella vita amministrativa. Il riferimento, non esplicito, è a Mimma Albanese: vice sindaco della giunta Metta con la delega ai servizi sociali, Albanese è anche priore della Confraternita del Santissimo Sacramento, che gestisce una delle 9 tombe presenti all’interno del cimitero di Cerignola.
Durante la scorsa campagna elettorale ha racimolato appena 68 preferenze, due in più rispetto a Salvatore Amato, cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l’associazione cattolica con delegazione della Santa Sede che ha personalità  giuridica, canonica e  civile. Amato è capo di gabinetto del sindaco Metta, invischiato in una recente querelle sull’esoso stipendio da 98mila euro annui che è finita anche in Procura della Repubblica e presso la Corte dei Conti. Renna si aspetta le dimissioni di chi mantiene un doppio incarico, ricalcando quanto consigliato in campagna elettorale dal segretario generale della CEI don Nunzio Galantino che, sotto mentite spoglie di presidente dell’associazione AVE, rese pubblico che un nostro socio, avendo scelto di candidarsi al Consiglio Comunale, ha liberamente e responsabilmente rimesso al Consiglio Direttivo la sua iscrizione all’AVE, proprio per evitare qualsiasi commistione tra il suo schierarsi per una parte politica ed il ruolo di imparzialità  ed equidistanza scelto dall’Associazione.
Contando con illusione sulla forza dell’esempio, Galantino ricevette picche dalla lista i-Cattolici: Salvatore Amato, Mimma Albanese, Gerardo Leone e tutti coloro che avevano incarichi nella chiesa si candidarono ugualmente, con tanto di supporters dal colletto bianco, come don Pasquale Ieva, parroco di Santa Barbara, che in prossimità  del ballottaggio decise di fare outing elettorale. Quando vi fa comodo, cari falsi politici e chi vi segue, l’amicizia con i preti è importante tanto da venirci a trovare a tutte le ore, quando poi vi accorgete che la Chiesa indirizza e orienta ad un vera politica allora è di scandalo, diceva il sacerdote distillando velate minacce sulla rete.
Michele Cirulli
 
 

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