giovedì, Aprile 18, 2024
Cronaca

Pozzo Monaco, il M5S Stelle ‘porta’ i rifiuti tombati in Regione

“”Nel più breve tempo e appena possibile faremo un’interrogazione sulla vicenda di Pozzo Monaco, da 15 anni al centro di scarichi illegali di rifiuti e di tombamenti””. Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Rosa Barone, su impulso degli attivisti locali, porterà  la questione ambientale a Bari.

 

Da inchieste giudiziarie del 1999 e da ricostruzioni della Guardia di Finanza e delle associazioni ambientaliste che all’epoca seguirono le fasi del processo, si è appreso che nell’agro di Cerignola, nei pressi dello svincolo autostradale, spuntarono diverse cave adibite a discariche: dentro, ad una profondità  di oltre 6 metri, furono nascosti rifiuti pericolosi e speciali, eternit. Quei procedimenti giudiziari, però, terminarono per prescrizione e senza alcun obbligo di bonifica. Ai tempi la VAS, associazione guidata da Basilio Schiavone, movimentò l’opinione pubblica dando addosso ai protagonisti degli scarichi illegali.

Anche le fiamme gialle, in un’informativa, spiegavano come “”La situazione rappresenta particolare pericolosità  per l’ambiente in quanto in mancanza di un preventivo studio idrogeologico l’inquinamento può raggiungere facilmente le falde superficiali e profonde, visto anche la naturale conformazione della cava””. Non si è mai riusciti, tra l’altro, a quantificare precisamente la mole degli sversamenti, così come è stato impossibile risalire alla provenienza dell’immondizia: “”Vista l’enorme quantità  di rifiuti anche ingombranti non si è potuto procedere ad ulteriori scavi ed approfondimenti in merito alla quantificazione dei rifiuti ivi abbandonati ed interrati, in quanto bisognerebbe contemporaneamente alle operazioni di scavo provvedere alla rimozione del materiale riportato in superficie””.

Gli organi inquirenti scavarono fino a sei metri di profondità , per poi fermarsi.      
Nonostante il rinnovato interesse della cittadinanza, ad eccezione del Movimento 5 stelle, la politica è evidentemente impegnata in altro. Il candidato sindaco Francesco Grieco, attivista pentastellato, ne dà  una sua spiegazione: “”Io credo che si tratti di vera e propria superficialità , c’è una ignoranza diffusa. Per noi le tematiche ambientali rappresentano una priorità  e la salvaguardia dell’ambiente è al primo posto dei nostri interventi. I nostri politici pensano agli slogan, dicono di tutto per non dire niente; noi pensiamo ai fatti. Il consigliere regionale Rosa Barone ci ha assicurato di voler prendere in mano la situazione con un’interrogazione in consiglio regionale e poi, successivamente, cercare di capire se ci sono presupposti per accedere a finanziamenti per la bonifica di quei terreni””.

Pozzo Monaco è una delle località  più estese dell’agro cerignolano. Anche in quei terreni vi sono stati scarichi che hanno riguardato le operazioni Black Land, che però ha avuto invece il suo epicentro in località  Diga di Capacciotti. L’inchiesta Black Land è terminata con 11 condanne presso il tribunale di Bari. Ma della bonifica non vi sarebbe ancora alcuna traccia. E nemmeno la politica ha incalzato o ha tenuto alta l’attenzione sul tema, nonostante in quei giorni del 2014, con l’esplosione dell’inchiesta, i cittadini proposero impianti di videosorveglianza e centraline per il controllo dell’aria proprio in quelle zone. Anzi, il neo sindaco Franco Metta, a pochi giorni dal suo insediamento, ha revocato l’incarico all’avvocato Pietro Barbaro, il legale che ha curato le procedure per la costituzione del comune di Cerignola come parte civile nel processo: al suo posto, al momento, non è stato ancora nominato alcun sostituto.

Social a parte, anche l’opinione pubblica sembra aver perso il mordente ed il mondo dell’associazionismo tenta lentamente di attivarsi sul fenomeno degli sversamenti illegali.
Il presidente di AmbientiAmo Cerignola, Pio Grieco, assicura “”il massimo impegno da parte della nostra associazione: molti di noi hanno seguito queste faccende già  prima della costituzione formale di AmbientiAmo. Non abbiamo informazioni sullo stato dell’arte della bonifica nei terreni sequestrati in Black Land””.

Stessa sorte per la mega-cava di Ordona, imbottita con 250mila tonnellate di immondizia: “”E’ tutto come prima, non vi è stata alcuna bonifica. Adesso la nuova amministrazione si è presa un po’ di tempo per studiare le carte e la settimana prossima avremo un incontro. Nel frattempo le voci che circolano in paese- dice Annalisa Di Corato del Movimento Cittadini Ordona- non sono confortanti, perchè c’è chi parla di ulteriori sversamenti. Non sappiamo se siano indicazioni vere o false, per questo chiederemo alla protezione civile e all’Anpana di fare delle ronde in tutti e cinque i Reali Siti””.

Michele Cirulli

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