La città nella città : Terra Vecchia cuore di Cerignola
è definito uno dei quartieri difficili di Cerignola. La Terra Vecchia, però, di sicuro è tra i più suggestivi del centro ofantino. Il Borgo Antico si presenta come un aggregato urbano medievale ad accerchiamento dalla forma circolare ed è situato nella parte nord della città , su una collinetta.
La posizione e la successiva espansione urbanistica l’hanno resa una città nella città , anche perchè l’ingresso della Terra Vecchia, prima anticipata dal noto Albergo Moderno, dove sembra che anche il principe Antonio De Curtis passò qualche notte durante le riprese di Totò Gambe d’oro, è in realtà un piccolo accesso che non lascia immaginare minimamente al ricco tesoro di scorci particolari che è situato all’interno.
Entrando nella Terra Vecchia ci si immette in una arteria principale che porta alla Chiesa Madre, quella che, prima della costruzione del Duomo Tonti, era la Cattedrale di Cerignola: si tratta dell’ edificio di culto tempio più antico della città (datato tra XI-XIII secolo), che divenne sede vescovile nel secolo XIX ed oggi è sede della Parrocchia di San Francesco d’Assisi, proprio lì dove don Nunzio Galantino, attualmente segretario generale della CEI, ha mosso i primi passi nel segno del dinamismo e dell’aiuto ai più poveri.
Le abitazioni sono basse, al massimo costituite da un paio di piani. Alcune delle case più antiche vengono definite jusi, perchè si sviluppano in profondità . Lo juso più noto, ancora oggi abitato e al quale si collega una delle leggende più controverse della comunità , è quello di Andrea Cecchetto. Intorno alla metà del ˜500, infatti, un generale francese che aveva combattuto al fianco del duca di Nemours si recò nella bottega di Cicchetto per commissionargli un lavoro: tra i due nacque un’amicizia, parlavano di guerra e di vita, fino a quando il francese gli svelò il mistero del bottino nascosto in una botola all’interno dello juso del ciabattino.
Decisero dunque di cercare il denaro con la promessa di dividere in parti uguali il ritrovamento. Giunti all’ultimo momento, prelevati tutti i soldi dalla botola, Cicchetto rinchiuse l’ufficiale francese all’interno di essa godendo in solitaria del tesoro. Il gesto gli comportò scrupoli e sensi di colpa, fino a quando il calzolaio decise di spogliarsi di quel reato regalando tutto il denaro alla Chiesa, che da quel giorno, per diversi anni, dedicava una Messa al suo novello benefattore. Importante, quanto storica, è la scritta che campeggia al di fuori dello juso di Andrea Cicchetto: Tutto a Dio che il resto è vano. La Terra Vecchia è una città nella città anche perchè, nel sottosuolo, è attraversata da centinaia di vicoli sotterranei. In tempi di guerra, infatti, questi rappresentavano una valida via di fuga per sfuggire al nemico. Alcuni di questi cunicoli esistono ancora oggi e sono lunghi anche decine di chilometri. Dalla Terra Vecchia, sotto terra, si può giungere anche a Borgo Libertà , situato ad oltre 15 km di distanza dal centro urbano.
E proprio qui, dove sembra di essere in un’oasi completamente svincolata dal contesto, trovano ispirazione anche artisti naif come Gerardo Ladogana, 68 anni, che proprio nei vicoli della Terra Vecchia, dove vive, ha un piccolo museo personale visitabile: ha raccolto fotografie storiche, ha costruito in scala gli edifici principali della città , modellini in legno curati in maniera maniacale nei minimi dettagli. Ma soprattutto nel sua abitazione, lo juso della creatività , nessuno ci mette piede se non con il suo consenso. Nelle passate edizioni di Calici nel Borgo Antico quell’attività è stata completamente assaltata dai curiosi. La Terra Vecchia è stata per tanti anni zona off-limits, chiusa al suo interno, anche se sprovvista di negozi, supermarket. Così c’è chi si è organizzato a modo suo, come Zio Michele, che da anni nel tardo pomeriggio sforna le sue focacce inondando di profumo le viuzze del Borgo. E sembra non avere un cognome perchè lì, nella Terra Vecchia, per tutti è solo Zio Michele.