sabato, Luglio 27, 2024
Politica

Il nuovo consiglio comunale della giovane classe dirigente 2.0

Sarà  un consiglio comunale completamente rimaneggiato, quello che si insedierà  a Cerignola dopo il ballottaggio del 14 giugno. Qualunque sia il vincitore, tra Tommaso Sgarro e Franco Metta, una ventata di novità  soffierà  sull’aula Di Vittorio dove a sedersi sugli scranni di maggioranza e opposizione, a parte qualche isolata ma comunque giovane riconferma, sarà  la nuova classe dirigente 2.0.

 
 

Con 3361 preferenze, pari al 12,49%, la lista Sgarro sindaco fa il botto ed è pronta a piazzare in aula dai 2 ai 4 consiglieri (a seconda dell’esito del ballottaggio): si tratta di Mario Rendine (196 voti), giovane avvocato 28enne, laureato alla Luiss di Roma che, dopo una breve parentesi spagnola ha fatto ritorno nella sua città  natia; figlio di Renato, è espressione della storica famiglia di sinistra sin dai tempi del PCI. Insieme a lui subentra Annamaria Mirra, 33 anni, ritornata a Cerignola dopo l’esperienza universitaria bolognese: al contrario, quella dei Mirra è una delle famiglie storiche di destra, dallo stampo missino, molto note nella città  ofantina, che ha portato acqua al serbatoio di Sgarro con 215 preferenze. Sempre dalla destra arriva anche Pietro Ruocco, titolare dell’attività  commerciale Prisma, indicato un anno fa come possibile alternativa ad Antonio Giannatempo per guidare la coalizione di Forza Italia e Nuovo Centro Destra (invito rifiutato).
Potrebbero subentrare in consiglio anche Caterina Calvio, studente della Luiss Roma, e Vincenzo Colucci, 32 anni, attivatore sociale nella Comunità  foggiana Emmaus e ispiratore del laboratorio urbano Resurb. Per quanto riguarda il Partito Democratico il più suffragato è stato Daniele Dalessandro, 30 anni, consulente di comunicazione e figlio di Rocco, direttore sanitario per delega dell’ospedale Tatarella di Cerignola. Il giovane consigliere, segretario dei Giovani Democratici, ha incassato 497 preferenze e ha fatto ticket con Teresa Cicolella, infermiera presso il nosocomio locale, piazzatasi seconda nelle liste dei dem: i due hanno rappresentato l’unico ticket vincente (insieme a Moccia-Lepore degli Emiliano’s) di questa campagna elettorale. Il 57 Celestino Capolongo, 57 anni, impiegato Inps si piazza a pari merito con Maria Dibisceglia, 27 anni, avvocato e figlia del Giudice di Corte d’appello: entrambi hanno raccolto 374 preferenze. In caso di vittoria al ballottaggio potrebbero scattare anche il 34enne ginecologo Luca Lombardi, nipote di Antonio Donatiello, guida storica della sinistra locale e già  assessore ai servizi sociali nella giunta Valentino, e l’avvocato Sabina Ditommaso, 43 anni.
Il più suffragato del centrosinistra, come da previsioni, è il 24enne Ciccio Grieco, figlio di Michele, imprenditore e titolare della catena commerciale ProShop: il consenso nei suoi confronti è arrivato a 525 voti ed entrerebbe in consiglio comunale solo se sarà  Sgarro a vincere il ballottaggio con Franco Metta. La lista Emiliano fa incetta di preferenze (2406) con il ticket vincente Marcello Moccia (impiegato Inps e già  consigliere comunale delegato allo sport da Antonio Giannatempo nello scorso mandato) e Valeria Lepore (268 preferenze). Alle spalle c’è Nico Libertino (246 voti), 48 anni, costruttore e uomo chiave della caduta della giunta di Matteo Valentino (pd) nel 2009.

Nel centrodestra i seggi a disposizione per l’opposizione sono appena tre: a conquistarli sono stati il candidato sindaco Paolo Vitullo, ingegnere 47enne che dopo aver vinto il braccio di ferro con Giannatempo ha affrontato quasi in solitaria la campagna elettorale (residuale l’apporto delle liste NCD e AN, da alcuni considerate i veri traditori della tornata). L’uomo più suffragato delle amministrative 2015 è Natale Curiello (584 voti), geometra di 39 anni, già  presidente del consiglio comunale nell’ultimo quinquennio. A seguire Gianvito Casarella, giornalista e consulente alla comunicazione, chiude il cerchio dei consiglieri forzisti con 361 preferenze.

Per la Coalizione del Cambiamento di Franco Metta è la lista Metta Sindaco a spuntarla sulle altre cinque: saranno sicuramente in consiglio Pasquale Frisani, neolaureato trentenne, che ha conquistato 149 voti; Claudia Metta, 26 anni e figlia del leader cicognino, che ha incamerato 122 preferenze: vive a Roma ed è studente universitaria; l’architetto Tommaso Bufano, in prima fila per la battaglia anti-cripta del Duomo Tonti prima della svolta cattolica del Movimento, arriva in aula con 120 preferenze. In caso di vittoria al ballottaggio ci sarebbe posto anche per Sandro Moccia, 48 anni, titolare di impianti sportivi; Antonio Bonavita, 46 anni, proprietario di un’attività  di compro-oro. Per la storica lista Cicogna fanno il pieno il medico Samuele Cioffi, con 309 voti; Antonio Lionetti, 45enne impiegato di aeronautica militare, con 295 preferenze. Potrebbero farcela, se il ballottaggio del 14 lo consentirà , anche Loredana Lepore (249), 38anni avvocato e già  vicepresidente del consiglio comunale dell’ultima tornata amministrativa.
Dalla lista Cerignola Democratica, nata dalla costola del PD, spuntano i nomi di Leonardo Paparella, avvocato 38enne e rappresentante sindacale Uila, e se il ballottaggio sarà  favorevole, Rino Pezzano, assicuratore 40 enne e già  consigliere provinciale in quota Partito Democratico. La Lista di ispirazione curiale, i-Cattolici, non elegge alcun proprio rappresentante perchè in consiglio finiranno i cicognini trapiantati nell’elenco vescovile Luigi Marinelli, organizzatore di eventi, e Davide Pizzolo, infermiere (il secondo seggio scatterebbe in caso di vittoria). Cerignola Produce e Ricambio Generazionale rimangono al palo e appesi ad un filo, condizionati dall’esito delle votazioni: per la lista dei commercianti a farcela potrebbe essere il 47enne Vincenzo Specchio, titolare di una boutique. Dallo staff cicognino, in caso di vittoria, danno in consiglio comunale anche il 26 enne Carlo Dercole, studente di Giurisprudenza. Nonostante le speranze mettiane, però, il giovane di RG e il numero uno di Confcommercio non entreranno in consiglio, perchè le loro liste non hanno raggiunto il quorum del 3%. 
Michele Cirulli
 
 

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