sabato, Luglio 27, 2024
Cronaca

I giovani cerignolani altro che “choosy”: “Ci fanno lavorare per 350 euro al mese”

I giovani cerignolani altro che "choosy": "Ci fanno lavorare per 350 euro al mese"

I giovani e il lavoro sono spesso due parole ben accostate a livello giornalistico. Una delle domande da un milione di dollari, tra l’altro, su cui si è creato tanto dibattito è proprio: ‘I giovani hanno voglia di lavorare?’

La provincia di Foggia è stata classificata ultima secondo Il Sole 24 Ore come qualità della vita. Questa classificazione di qualità ha alcuni elementi essenziali da prendere in considerazione: Consumi, Servizi offerti, Giustizia e, ultimo ma non per importanza, Affari e Lavoro. Prima però di analizzare più nel dettaglio quella che è l’ambiente foggiano, bisogna allargare lo zoom e osservare dapprima l’intero contesto italiano.

L’Italia, rispetto alle altre grandi economie e realtà europee, ha una struttura economica dominata dalle Piccole e Medie Imprese (PMI). Questo porta quindi a ragionare di base in un’ottica diversa perché, comparando ad esempio il tasso di disoccupazione italiano con quello tedesco, vediamo bene che abbiamo il nostrano 7,8% in contrapposizione al 3% tedesco. Quindi, prendendo in considerazione il fatto che la popolazione attiva italiana (tutta la popolazione che è in grado di lavorare) è di circa 16 milioni di persone, sta a significare che una persona ogni 13 circa è disoccupata.

Ma parlando più nel dettaglio sui giovani e soprattutto, fatte queste piccole ma importanti premesse basilari sulla situazione italiana, la situazione per gli under 34 secondo ISTAT nel bel paese è del 23%, con uno stipendio – sempre degli stessi – sotto i 10.000€ annui. Numeri che fanno preoccupare considerando il costo di una stanza per un universitario a Bari (la realtà universitaria più vicina, non considerando Foggia), che oscilla benissimo tra i 200 e i 300 euro. Oppure considerando – sempre secondo ISTAT – che il costo medio della vita in Italia oscilla tra i 1.200 e i 1.800€ mensili.

Ma ci sono casistiche che i dati non possono analizzare, o meglio, qui può aiutare a comprendere la situazione: non le statistiche ISTAT, bensì il resoconto dell’Ispettorato del Lavoro a termine 2023 che ha portato alla luce una situazione più che allarmante. Riscontrate irregolarità nel 76% delle aziende dei settori del turismo e dei pubblici esercizi, con picchi del 95% al Sud Italia. Con questo dato possiamo iniziare a fare il quadro della situazione, una situazione che svantaggia i giovani che si affacciano nel mondo del lavoro odierno, in contrapposizione con un sistema che se premia, premia l’anzianità e non la qualità del lavoro.

Un ragazzo di 20 anni circa si trova ad affrontare questa peripezia, questa sorta di cane che si morde la coda, che ben rappresenta l’economia nostrana degli ultimi anni. Anche perché anche dal punto di vista imprenditoriale, un lavoratore costa, delle volte quasi il doppio del salario stesso erogato al lavoratore.

Tornando a parlare della nostra territorialità, quello che concerne nella provincia più invivibile d’Italia i settori su cui un giovane si affaccia sono principalmente il settore agricolo e quello della ristorazione, che spesso sono il non plus ultra- ma non i soli campi- del fenomeno del lavoro in nero e delle irregolarità lavorative e contrattuali (qualora ci sia un fantomatico contratto). Le situazioni raccolte da alcuni ragazzi fanno ben capire i dettagli e chiudono il drammatico quadro della situazione.

C’è Daniele, ad esempio, che ci parla della sua esperienza prima di andare via proprio per lavoro: “Parto col dire che il mercato del lavoro è completamente saturo. Non c’è opportunità, non ci sono occupazioni che ti permettano di crescere, non c’è un rinnovamento sotto il punto di vista lavorativo. L’unica cosa buona che una persona giovane e volenterosa possa fare è andarsene, indiscutibilmente. Questo almeno per comprendere quanto sia vasto il mondo lavorativo e quante diverse opportunità ci sono in più rispetto a Cerignola. Aggiungo inoltre che nella sua povertà di occasioni, quel raro caso eccezionale ti mette poi alle strette con cattiva gestione della risorsa umana o con un ambiente lavorativo tutt’altro che piacevole. Per ottica personale, un paese che mette in tavola per i giovani ragazzi opportunità di lavoro come il cassiere, il barista ecc… (senza intenzione di screditare questo tipo di impieghi) c’è da capire bene che è un paese che obiettivamente non ti dà facilmente una mobilità da scalare”.

Oppure Martina che dichiara: “Allora, per me il mondo dei commessi è uno dei peggiori in questo paese dal punto di vista di ore lavorative e paga, sia per mia esperienza che per quella di molti/e ragazzi/e che conosco. E non pretendiamo nemmeno di essere messi in regola perché è utopia… – ed un giovane che parla di utopia per un semplice inquadramento contrattuale è preoccupante. In alcuni negozi la media della paga di un commesso a Cerignola è di 350€ al mese per vivere letteralmente dentro il negozio. Io personalmente facevo 8/9 ore al giorno tranne la domenica e so di gente che ne fa anche 10. Alcuni datori di lavoro hanno poi delle pretese assurde che vanno ben oltre la mansione di commessa, per non parlare dei negozi che aprono ad orari improponibili perché tanto le chiavi vengono lasciate ai commessi e i proprietari si presentano ore dopo. Solo perché siamo giovani non vuol dire che il nostro tempo non valga niente e che non abbiamo nulla da fare”.

Oppure parliamo di Alessio che in uno sfogo dichiara che non riceve la paga da una settimana: “Nonostante lavoro continuamente da un anno, non ho visto l’ombra di un contratto, quando ci era stato detto che saremmo stati messi a posto nel giro di qualche settimana, siamo ad un anno ma ancora niente. ‘Andarmene’, rispondendo ad una nostra domanda, ‘e come faccio? Aiuto anche a casa con quello che guadagno. Come faccio? Sono letteralmente bloccato”.

Ma non bisogna vedere solo le situazioni più gravose, basti pensare che qualvolta un giovane abbia in contratto, quest’ultimo prevede una collaborazione oppure semplicemente un part time verticale quando in realtà si lavora tutti i giorni. Obbligati dai datori di lavoro a restituire una parte della busta paga, allenati sempre dagli stessi datori ad evadere al più presto dal locale nel caso di controlli.

Questo è il vero problema alla base: non si parla del pesce grande che rovina tutto, ma si parla di milioni di pesci piccoli che rappresentano le sopracitate PMI italiane. Nel loro piccolo, ma contestualizzate alla loro quantità e a quanto lavoro possono offrire, fanno ben capire che questa situazione è più che gravosa per un giovane under 30 che lavora -anzi- sogna di lavorare. A fare da contraltare, le spaventose tassazioni sul lavoro che rendono l’attività imprenditoriale un vero e proprio campo minato.

Affrontare le problematiche del mondo del lavoro richiede anche una riflessione sulle possibili azioni correttive. Nel caso in cui i giovani si trovino ad affrontare situazioni di sfruttamento o irregolarità contrattuali, una delle opzioni è la denuncia. Le autorità competenti, come la Guardia di Finanza e l’Ispettorato del Lavoro, sono sempre a disposizione per ricevere segnalazioni. La denuncia può essere presentata in modo anonimo, garantendo la riservatezza del segnalante. Questo passo non solo contribuisce a mettere fine alle pratiche illecite, ma può anche essere un passo significativo verso un cambiamento positivo nel panorama lavorativo. È importante sottolineare che per il lavoratore che decide di denunciare non sono previste sanzioni.

La consapevolezza e l’azione collettiva possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere condizioni di lavoro più giuste e trasparenti. Denunciare situazioni ingiuste non solo protegge i diritti del singolo lavoratore, ma contribuisce anche a promuovere un ambiente lavorativo equo e rispettoso per tutti.

Giuseppe Bellapianta



2 Commenti
più vecchi
più nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
Il cazzaro quaquaraqua SALVINI
7 mesi fa

Ma cosa hanno da lamentarsi!
Adesso la Lega di Salvini propone di abbassare gli stipendi ai lavoratori del sud perché li la vita costa di meno a differenza dei lavoratori del nord.
La proposta di legge è stata depositata già in parlamento. Ecco che è ritornata fuori l’anima nordista a discapito del sud.
Salvini e uno che non ha mai fatto un giorno di lavoro in vita sua e che campa di politica pagato da noi tutti per dire queste cazzate.
Spero che non ritorni qua al sud a chiedere voti altrimenti…………

Ciro Immobilo
7 mesi fa

Fa benissimo salvini ed é anche poco.
Cosí quelli che lo hanno votato imparano.

2
0
Commenta questo articolox