mercoledì, Ottobre 16, 2024
Cronaca

Schiavi nelle campagne, nei guai 7 aziende per caporalato

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I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Foggia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Foggia hanno eseguito nella mattinata odierna sette ordinanze di sottoposizione a controllo giudiziario, emesse dal G.I.P. del tribunale di Foggia nei confronti di altrettante aziende agricole del foggiano. Contestualmente sono stati deferiti in stato di libertà otto cittadini italiani e due stranieri resisi presumibilmente responsabili in concorso dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Il provvedimento scaturisce al termine di complessa attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, svoltasi dal mese di agosto al mese di settembre 2021 nell’agro della Provincia di Foggia. Nell’ambito dell’attività investigativa sono stati raccolti numerosi elementi che hanno permesso di ricostruire una rete di sfruttamento della manodopera di decine di lavoratori di varie etnie, approfittando dello stato di bisogno dovuto alle loro condizioni di vita precarie, mediante attività di reclutamento, trasporto e controllo degli stessi.

Le vittime, infatti, sono state impiegate nell’attività di raccolta di ortaggi in violazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro in maniera gravemente sproporzionata rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato, arrivando anche ad essere pagati 4 euro all’ora a fronte di una giornata lavorativa di 8 ore. Gli elementi raccolti, di oggettiva valenza probatoria, sono stati ritenuti validi dal GIP che ha confermato la misura cautelare reale della sottoposizione a controllo giudiziario.

Ancora una volta l’Autorità Giudiziaria e l’Arma dei Carabinieri hanno dato una tangibile e importante risposta – in termini di legalità e sicurezza – su un’area del territorio connotata da tali forme di organizzazioni di manodopera illegale soprattutto nel settore agricolo. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari.

Al momento l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto la sussistenza di un quadro indiziario grave, relativo alla commissione dei summenzionati reati, tale da ritenere necessaria l’applicazione della misura. Tuttavia, va precisato che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino alla sentenza di condanna definitiva.


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