giovedì, Aprile 25, 2024
Cronaca

Tutta la verità  sul depuratore: ecco cosa hanno scoperto i carabinieri

Sigilli al depuratore di Cerignola, quattro indagati – tra cui il sindaco Franco Metta- e adesso i lavori di adeguamento dovranno terminare entro e non oltre sei mesi. Ieri mattina i carabinieri del comando di Cerignola, insieme ai militari del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, su disposizione del Gip del Tribunale di Foggia Marco Ferrucci, hanno posto sotto sequestro preventivo l’impianto di depurazione comunale delle acque reflue sito in zona San Lorenzo.

Le indagini, iniziate in seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini già  tre anni fa (dal 2014 al 2016), hanno permesso di accertare forti criticità  dell’impiantistica, con alcune componenti fondamentali completamente in disuso. In particolar modo, già  dal 17 febbraio 2016 i militari, insieme ai tecnici Arpa Puglia, hanno riscontrato il mancato funzionamento di una stazione principale dell’impianto, ferma da circa sette mesi, ossia il digestore primario dei fanghi che permette la lavorazione e la mineralizzazione dei fanghi stessi.
Oltre a questo, nelle ispezioni in zona San Lorenzo, è stato riscontrato che l’autorizzazione allo scarico è risultata scaduta dal 2013, ragione per cui la Regione Puglia aveva già  inviato formale diffida ad Acquedotto Pugliese. Il tanfo presente in città , soprattutto nelle ore serali, è stato dunque prodotto dal cattivo funzionamento del depuratore, che ha determinato vere e proprie “”molestie olfattive””. Oltre al sindaco di Cerignola, Franco Metta, massima autorità  cittadina in fatto di salute e ambiente, risultano indagati anche tre tecnici dell’Acquedotto Pugliese: Nicola Costantino, Nicola Tselikas e Antonio Princigalli. Secondo l’accusa avrebbero violato gli articoli 256 (attività  di gestione rifiuti non autorizzata) e 674 del codice penale (getto pericoloso di cose che provocano emissioni di vapori, fumi o gas). Per queste ragioni, dunque, Cerignola è aggredita da cattivi odori che la inondano soprattutto nelle ore serali. Il GIP ha quindi acconsentito alla facoltà  d’uso, mentre i lavori di adeguamento del depuratore proseguono secondo il tabellino di marcia. Ma adesso ad intervenire c’è anche il fattore tempo: il Noe ha ordinato che dovranno essere impiegati al massimo 6 mesi per regolarizzare l’impianto. Acquedotto Pugliese, che ha già  aperto il cantiere per rimodernare la struttura tarandola su una popolazione di 83mila abitanti equivalenti, aveva fatto sapere di aver bisogno di 12/18 mesi per ultimare i lavori.
Stasera, inoltre, a partire dalle ore 20:00, i cittadini di Cerignola protesteranno ufficialmente con un sit-in di fronte a Palazzo di Città . A farsi portavoce della protesta è una giovane mamma-coraggio, Maria Sciscio, che ha trasportato il malcontento dai social alla strada: “”Stiamo vivendo un disagio alquanto grande, ormai la sera non si respira più e siamo costretti a restare in casa con le finestre chiuse. Le cose non sono chiare: ci hanno detto che dipende dal depuratore e che ci vorrà  almeno un anno e mezzo: ma siamo sicuri che si tratti solo del depuratore? Non dimentichiamo che c’è anche un inceneritore in cui vengono bruciati i rifiuti. Se non avremo rassicurazioni o impegni precisi – promette Maria Sciscio- resteremo davanti al Comune fino a sabato, e poi manifesteremo anche a Foggia, in Prefettura””. A creare malumori anche recenti interventi del sindaco Franco Metta, che ha minimizzato: “”I risultati sono brillantissimi, nessuno lo dice, perchà© noi siamo abituati sempre a lamentarci e a piangerci addosso, ma la puzza a Cerignola non si sente più””.
Sulla notizia del sequestro e delle indagini, però, il primo cittadino non commenta. Il consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Erinnio dice: “”A seguito delle denunce fatte da questa amministrazione oggi finalmente il depuratore cittadino viene posto sotto sequestro. Sono stati rilevati degli sversamenti illeciti che provocano questo cattivo odore. Molti cittadini erano giustamente preoccupati nonostante le continue rassicurazioni””. Per il capogruppo del Partito Democratico, Daniele Dalessandro, “”il sequestro del depuratore chiude solo una prima fase: l’impianto non funziona, come già  avevamo avuto modo di accertare nei mesi scorsi, e di questo ne ha dato conto il NOE con l’operazione di ieri. Richiediamo un’attività  di indagine per accertare eventuali sversamenti illeciti. è evidente che l’amministrazione in merito ai ritardi dei lavori ha delle precise responsabilità , avendo sottovalutato l’argomento derubricandolo a chiacchiera di paese””.

Michele Cirullida La Gazzetta del Mezzogiorno

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