venerdì, Aprile 26, 2024
Cronaca

Le gare finiscono in Procura. Anche l’ANAC si interessa a Metta e agli appalti

Appalti grossolanamente sospetti per le opposizioni, attacchi frontali alle forze dell’ordine, consiglieri comunali muti e intimoriti rispetto ai guai dell’amministrazione; ma anche stampa genuflessa e compiacente, imprenditori vittime di presunte ritorsioni, dirigenti in fuga dal Palazzo.

 
C’è qualcosa di torbido, nella stanza dei bottoni  di Cerignola. Perchè ad  un  anno dall’avvento del Cambiamento di Franco Metta, la Procura di Foggia pare essere già  molto occupata con le carte provenienti dalla città  di Di Vittorio. Sembra quasi scientifica la capacità  di attirare a sè le denunce, da parte dell’attuale amministrazione. Ogni appalto è oggetto di forti proteste.
La Questura e la Prefettura starebbero monitorando la situazione già  da diversi mesi, fino a quando nel weekend c’è stata la forte presa di posizione di Metta contro guardia di finanza, polizia e carabinieri accusati di aver dato battaglia in maniera esagerata agli abusivi di bancarelle di ortofrutta con uno spiegamento interforze massiccio. A cui non si è aggiunto il corpo di polizia municipale di Francesco Delvino, il braccio destro del primo cittadino proveniente direttamente dalla Campania con un curriculum ricco di arresti, inchieste (ma anche assoluzioni), procedimenti in via di prescrizione e fogli di via dai luoghi in cui ha prestato servizio (Frosinone). Se la magistratura segue il suo sentiero, la politica cammina nel solco delle polemiche e delle recriminazioni. Il Partito Democratico e Forza Italia hanno più volte segnalato gare e appalti alla Procura, all’Autorità  Nazionale Anti-Corruzione di Raffaele Cantone e al Tar. Segnalazioni che hanno aperto veri e propri casi, sui quali però non v’è traccia nelle edizioni giornalistiche di Capitanata.
Villa comunale. Con la determina 353 pubblicata proprio ieri è stata decretata l’aggiudicazione definitiva della gestione della villa comunale, per un importo quinquennale totale di 305mila euro (iva inclusa). Alla data della chiusura del bando è pervenuta un’unica offerta, scrive il dirigente Clorindo Izzillo. La ditta si aggiudica la gara a offerta economicamente vantaggiosa con un ribasso minimo del 2%. Solo successivamente si scoprirà  che la cooperativa è guidata da una parente del consigliere comunale Vincenzo Erinnio, cicognino della prima ora, ed è nata l’8 marzo, a dieci giorni dalla scadenza del bando; mentre si iscrive alla Camera di Commercio una settimana dopo. Importante, però, il progetto che prevede l’apertura di un punto ristoro, su cui dovrebbe fondarsi effettivamente il ritorno economico (giacchè per guardiania, assunzione del personale dei bagni pubblici, gestione verde e arredamento del parco giochi le risorse comunali sono molto risicate, assolutamente fuori mercato). è previsto un piano di recupero di tutto rispetto, ma si dovrà  passare dalla giunta per una variante, visto che l’area ristoro arriva a circa 200metri quadrati (non previsto nel bando).
Anarchia pianificata a Torricelli. Questa volta è Forza Italia a tirare una linea: Perchè rinunciare ad un finanziamento da 1 milione di euro per stravolgere inutilmente un progetto già  approvato?. La bretella che collega via Torricelli a Napoli Vecchia va a bando, ma le buste non saranno mai aperte perchè l’amministrazione decide di allungare la strada fino a via Foggia. Una proposta migliorativa, di certo, ma anche un possibile danno erariale per la perdita del finanziamento. A lanciare l’allarme proprio il dirigente Vito Mastroserio, che preme per la rapida realizzazione dell’intervento perchè stante la imminente scadenza del termine assegnato con la citata determina dirigenziale dalla Regione Puglia per pervenire all’inizio dei lavori, si ritiene di procedere all’approvazione del progetto in termini di urgenza e indifferibilità , pena la revoca del finanziamento assegnato. Così cambia l’indirizzo politico, si stravolge il progetto, si blocca una gara, le buste contenenti le offerte rimangono chiuse, si rischia di perdere il finanziamento da 1 milione di euro. Una domanda senza risposta: perchè? Per questo il Partito Democratico ha inviato gli atti in procura, anche perchè chi ha presentato le offerte, rimaste inevase, potrebbe presentare ricorsi e richieste di risarcimento danni con buone probabilità  di vincere in sede legale. Non a caso l’autorità  nazionale anti corruzione di Raffaele Cantone, nei giorni scorsi, si è espressa in merito chiedendo ulteriori chiarimenti sugli atti, al momento opachi.
Piano delle Fosse: misteri sulle firme. L’ultimo parere della Soprintendenza non lascia spazio a fraintendimenti: il progetto che ha vinto la gara messa a bando dal comune di Cerignola è inadeguato e non rende giustizia all’ultima testimonianza storica del grano. Non solo, perchè- scrive nella relazione Carlo Birrozzi- anche parte di altri stralci di intervento programmati da Tommaso Bufano (allora direttore dei lavori) non avrebbero avuto le autorizzazioni. Inquietante il passaggio riportato dalla consigliera Dibisceglia del PD: L’aggiudicazione dei lavori è avvenuta il 29 dicembre 2015 con determina dirigenziale firmata dalla dirigente Daniela Conte. Solo che quel giorno Conte è stata assente e non si capisce come abbia potuto firmare il provvedimento. Il sindaco Metta, in consiglio comunale, ci ha risposto che l’assenza della dirigente era riferita solo al pomeriggio, ma tramite accesso agli atti, consultando il registro personale, ci siamo accorti che Daniela Conte è stata assente per tutta la giornata.     Anche in questo caso carte in Procura. Lo stesso Bufano, poi, in data 19 aprile, invia documentazioni al Comune in qualità  di progettista per alcuni lavori per l’Hotel delle Nazioni. C’è solo un problema: in quel momento l’architetto è anche assessore e il doppio incarico stride con quanto espresso dal Testo Unico Enti Locali, ossia la bibbia delle amministrazioni comunali: “”I componenti la Giunta Comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività  professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato.
Il pasticcio del verde pubblico. Un altro fronte aperto con la giustizia, visto che l’opposizione ha mandato le carte in procura, riguarda il verde pubblico. Alla gara si presentano due ditte: una viene eliminata perchè nel momento dell’apertura delle buste, sul plico era evidente il valore dell’offerta economica da presentare alla commissione; la seconda classificata vince l’appalto da 200 mila euro, salvo poi ritirarsi non meglio decifrati sopraggiunti impegni.             L’amministrazione aggiudica la gara alla prima ditta nonostante l’eliminazione, tra l’altro già  assegnataria del servizio, fino a quel momento, in regime di proroga. Chi è il consulente del lavoro della coop vincitrice? Michele Monterisi, consigliere comunale e membro nel cerchio magico di Metta insieme al comandante dei vigili Delvino.
Cabina elettrica. L’imprenditore Donato Calice è uscito allo scoperto parlando di ritorsioni per aver chiesto l’accesso agli atti rispetto alla gara per i lavori di reucpero dell’edificio denominato Ex cabina Elettrica a edilizia residenziale pubblica ed annesse opere di urbanizzazione nell’ambito del PIRP. In quella gara il costruttore è arrivato secondo e ha dunque voluto vederci chiaro.     La richiesta, secondo Calice, avrebbe attirato attenzioni particolari da parte del sindaco Metta. Contemporaneamente vi è stato il blocco dei lavori in un cantiere di via Alassio, precedentemente concesso proprio dallo stesso dirigente Vito Mastroserio. Mensa. Non solo la credibilità  politica volatizzata a suon di sberleffi satirici a livello nazionale, con la graffiante ironia di Striscia la Notizia, ma anche atti poco chiari nel caso mensa.  I nostri bambini mangiano merda, diceva Metta in campagna elettorale, salvo poi da sindaco affidare in proroga il servizio. La gara avrebbe problemi maggiori, come contestato da Dussman, una delle aziende partecipanti al bando (prima di rinunciare): L’amministrazione ha chiesto che il nuovo centro cottura si trovi lontano da fonti inquinanti e per questo chi partecipa alla gara dovrà  munirsi di documentazione che lo attesti: ma come, se “ dice Silvio D’Onghia di Dussman- Asl e Arpa si rifiutano di rilasciare tale dichiarazione ? E se i due enti non rilasciano alcuna attestazione sulla salubrità  dei luoghi, a chi si dovrà  rivolgere il privato se non c’è nemmeno specificato in gara quali dovranno essere le autorità  competenti che dovranno attestare la salubrità  dei posti? Invece la salubrità  è certificata per Ladisa perchè l’amministrazione nei paraggi ha fatto installare rilevatori dell’ARPA. Il presunto aiutino a Ladisa è anche di Giuliana Colucci, che lo disse chiaramente in consiglio giustificandosi sui ritardi per la presentazione del bando: Sapevamo che la procedura era lunga perchè dovevamo dare il tempo di costituire centri cottura. ANAC e Procura di Foggia sono allertate.
Michele Cirulli
 

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