Grazie Franco, sei un amico
| EDITORIALE | è successo il pandemonio dopo un articolo riguardante una lite furibonda tra l’assessore Zamparese e il sindaco Metta. Lenzuolate di insulti sui profili facebook da parte di istituzioni, parenti prossimi (i deficit mentali, pur conclamati, non giustificano le offese) e altre mezze figure.
Metta insulta per essere da esempio. Chi racconta quello che veramente succede nei palazzi del potere viene sepolto da quintali di ingiurie, offese, allusioni. Non è richiesto rispondere nel merito, è obbligatorio screditare il giornalista. Non è un caso che (quasi) tutti i giornali online e cartacei locali sapessero e sanno molto su quanto stia capitando nel Comune e non ne pubblichino nemmeno un rigo. Era ieri quando le cronache cittadine “ dal cartaceo all’online- erano piene di retroscena della faida interna al Partito Democratico di Elena Gentile. Oggi i retroscena sono aboliti dalla stampa. Eppure basta sfogliare un semplice quotidiano nazionale- da Repubblica a Il Giornale, da il Fatto Quotidiano a Libero- per leggere rumors, umori, fuori onda, mormorii, quello che non c’è in pubblico. A Cerignola si ferma la democrazia. E i giornalisti (non tutti) perdono la memoria e si rifiutano di spiegare ai cittadini ciò che avviene nelle stanze dei bottoni.
Il primo grande retroscenista è stato proprio il sindaco Metta, quando da oppositore raccontava con dovizia di particolari gustosi episodi e riunioni che oggi, con un tocco di sublime ventriloquia attraverso i suoi, definisce gossip: il suo colpo giornalistico indimenticabile tratta di un incontro tra Elena Gentile e Antonio Giannatempo riuniti in gran segreto alle sette di mattina per parlare di futuro politico. Quella era notizia, quando invece il retroscena riguarda la sua maggioranza sguinzaglia le Zamparese di turno, che esattamente a 4 minuti dalla pubblicazione del pezzo si sono precipitate a telefonare, scrivere, smentire.
E perchè la maggioranza si incaponisce? Perchè è falso? No, macchè. La maggioranza sbraita perchè è debole e spaesata, a tratti frustrata, perchè i mal di pancia sono forti e anche se si tradurranno in un nulla di fatto (qualcuno le definiva pistole scariche) , l’insofferenza per le scelte del Capo iniziano a farsi pressanti e certe brutte voci iniziano a pesare. Giuliana Colucci ha lasciato la giunta proprio per questo, ritirandosi a carriera da eremita. E poi c’è il terrore della verifica in giunta e dei colpi di testa del capo che, proprio come Elena Gentile, applica costantemente la logica del con me o contro di me senza ammettere sfumature. Per questo esternare un parere sfavorevole, o in alcuni casi soltanto un parere, può significare mettere un’ipoteca sul proprio posto nell’esecutivo. Ancor di più se lo scazzo diventa di dominio pubblico. Meglio negare e offendere.
Allora bisogna insabbiare. Smentire a tutti i costi, denigrare i giornalisti. Non è un caso che l’intera maggioranza scappi letteralmente davanti alle interviste. C’è il diktat di non parlare con Marchiodoc.it (tanto gli altri mica fanno le domande!). Perchè Metta scappa? Perchè non ha le risposte. Perchè oltre agli insulti c’è il nulla cosmico avvolto dal vuoto della sua giunta e della sua maggioranza, che impatta con una opposizione timida e che abbocca sistematicamente a tutti i tentativi di sviare l’attenzione su temi frivoli.
Ci sono assessori e dirigenti che ci hanno informato del diktat imposto da Metta di non parlare con noi (carta canta). Alcuni si sono anche garbatamente scusati, ma così è deciso. Eppure riusciamo a sapere per filo e per segno quello che succede nelle segrete stanze, e anche fuori, e anche lontano da Cerignola. E questo Metta non lo accetta, l’idea lo fa impazzire. Lo ossessiona. è l’informazione, bellezza, e l’informazione controlla il potere, che si chiami Elena Gentile, Antonio Giannatempo o Franco Metta. Il silenziatore messo all’informazione locale ha dei tratti grotteschi. Due sono le soluzioni: o i giornalisti locali (non tutti) non si accorgono di quello che succede nel Comune, e quindi sono giornalisti per lo più scarsi, oppure strizzano l’occhio al capo, perchè manca loro il coraggio di raccontare la verità o per altri calcoli imperscrutabili che fanno rima con convenienza (non tutti). Per l’ennesima volta non rispondiamo alle offese del sindaco (nel fine settimana ci sembra sempre molto social-schizzato) e di una maggioranza sgangherata e prona, ma rispondiamo con i fatti e con una domanda: continuerete a scappare? Diciamo bugie? Vi sfidiamo a denunciarci. E vi sfidiamo in pubblico con carte alla mano: domande e risposte per il primo anno di amministrazione Metta. Senza freni e senza filtri.
Scommettiamo che scappa ancora? E se il sindaco scappa, non potrà dire che ci snobba, se poi ogni due giorni si premura di nominarci più di quanto nomini l’opposizione. E non potrà dire vogliono pubblicità e visibilità se poi non manca di farcela. Anzi, grazie per le continue citazioni. La gente è curiosa, e quando dimentica di leggerci ci sono gli intelligentissimi uomini della maggioranza a ricordarle di cliccarci. Ed in questo il più intelligente è Metta, ormai nostro primo sponsor.
Grazie Franco, sei un amico.
Ma ora, da buon amico quale sei, lo accetti l’invito o continuerai a farci pubblicità gratuitamente imponendo ancora il silenzio ai tuoi? Ci porti in tribunale? Ma non è che poi fai come a luglio, quando messo alle strette sulla panzana di Libera (a proposito, questa dichiarazione dei redditi e il casellario giudiziale quando li metti online?) hai annunciato una querela nei nostri confronti che in realtà non è mai arrivata? Caro Franco, oltre Facebook esiste un mondo. Confrontati con la realtà e scoprirai cose bellissime. Tipo che i tuoi nemici sono ormai tutti al tuo fianco e che, sì, il re è nudo.
Michele Cirulli