sabato, Luglio 27, 2024
Cronaca

Ladisa dovà  spostarsi dalla Zona Industriale: CD già  inciampa

Erano tre i punti su cui ha battuto Capitanata Democratica: il primo, la sospensione del servizio; il secondo, l’adeguamento del costo dei bollini rispetto al reddito; il terzo, la dicitura che vieta a Ladisa di partecipare il bando  se non dovesse chiudere l’attività  in zona industriale.

 

Se Sebastiano Ladisa diceva Apriremo un secondo centro cottura a Cerignola, con questa clausola la ditta barese sarà  costretta a chiudere il capannone in zona industriale se vorrà  partecipare al bando. è questo il senso dell’emendamento approvato su proposta di CD, che ha così cambiato il deliberato: venga pedissequamente inserito nell’emendando Bando di Gara per l’aggiudicazione del servizio Mensa il seguente ulteriore indefettibile punto: la Società  partecipante ¦ ¦non deve possedere e/o utilizzare alcun centro di cottura nella Zona Industriale di Cerignola, inderogabile requisito da possedere per la partecipazione al medesimo Bando di Gara. Il sindaco Metta ha annunciato lo spostamento della Ladisa in via Santuario SS Madonna di Ripalta in tempi brevi.

Il punto- dicono i consiglieri dissidenti-, parte sostanziale dell’ordine del giorno presentato da Capitanata Democratica, è stato deliberato a maggioranza, impegnando il Sindaco e il Consiglio Comunale tutto affinchè  nessuna azienda di ristorazione produca più pasti nella zona industriale di Cerignola.

Con un dialogo costruttivo abbiamo riportato le decisioni sui binari della coerenza con il programma elettorale: Ladisa spa, ad esempio, se, allo stato, vorrà   partecipare al Bando di Gara Europeo dovra’ trasferirsi dalla zona Industriale in tempi strettissimi, dal momento che le rassicurazioni da parte del Dirigente, in Consiglio Comunale, parlano di Bando già  pronto e solo in attesa di prossima pubblicazione, informano da Capitanata Democratica.

Marcia indietro, invece, sul punto fondamentale proposto da Pezzano, Lapiccirella, Cioffi, Frisani  e Bonavita riguardo la sospensione del servizio. Nonostante fosse il punto forte della loro proposta, i consiglieri hanno fatto inversione ad U astenendosi dal votarlo. Un atteggiamento che ha fatto gridare al flop più di un addetto ai lavori e che ha ridotto la spinta propulsiva di CD. Tra questi Daniele Dalessandro del PD, che parla di mutati assetti in maggioranza. Poi, su pressione di Forza Italia, l’ordine del giorno viene modificato e il punto relativo alla sospensione ritirato. Si arriva al voto con FI, Capitanata Democratica e Cambiamento tutti favorevoli ed, ovviamente, noi contrari ad una versione edulcorata di quanto inizialmente presentato. A quel punto la sospensione del servizio mensa a Ladisa viene proposta dal centrosinistra e respinta dal Consiglio, con i voti contrari di Pezzano e co. che avevano fatto della sospensione il primo punto della loro deliberazione.

Dopo sei mesi- annota Dalessandro- la coalizione vincitrice delle elezioni politicamente non esiste più. Sono clamorosamente venuti a galla i patti saldati durante la campagna elettorale, che trasformano il cambiamento in una coalizione di destra, quella destra i cui protagonisti sono gli stessi da venticinque anni a questa parte, in piena continuità  con la parte peggiore della passata amministrazione. Da Tatarella a Metta, allineati e coperti che sembra quasi le scorse elezioni siano state un’operazione politica per far fuori Antonio Giannatempo. A farne le spese i cittadini di Cerignola, raggirati da Metta con una campagna elettorale all’insegna di una discontinuità  mai reale e mai realizzata.

L’ultima nota dolente del consiglio comunale, oltre alle squadre antisommmossa a vigilare sui lavori, l’atteggiamento assolutamente inappropriato del presidente del consiglio Leonardo Paparella, inadatto al ruolo. Durante la riunione di consiglio, infatti, le contestazioni al suo operato sono arrivate sia dagli uomini della maggioranza, che dell’opposizione, compreso lo stesso sindaco.
 

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