martedì, Ottobre 15, 2024
Cronaca

Capitanata pattumiera? Assoluzioni e prescrizione, l’affondo a 5 Stelle

Migliaia di tonnellate di rifiuti nascoste sotto terra, organizzazioni criminali dedite al commercio illegale di immondizia, giro vertiginoso di soldi “ per milioni di euro- provenienti dai ricavi dell’interramento della monnezza senza trattamento.

 
Di contro prescrizioni e assoluzioni, lungaggini burocratiche e difficile individuazione di colpevoli.
I rifiuti, però, continuano a rimanere sottoterra e nulla si conosce in merito alle operazioni di bonifica. Dieci giorni fa è arrivato a sentenza il processo Black River con risultati clamorosi: dieci prescrizioni per il reato di traffico illecito di rifiuti e deviazione delle acque del torrente Cervaro; due assoluzioni per traffico di rifiuti e falsificazione di analisi; non doversi procedere nei confronti del tredicesimo imputato deceduto nel corso del processo; fatto non più previsto dalla legge come reato per l’accusa di trasporto di rifiuti. I 13 imputati sono stati assolti, in blocco, dall’accusa di disastro ambientale perchè il fatto non sussiste.
L’inchiesta sulla discarica abusiva più grande d’Europa, ubicata tra Deliceto e Castelluccio dei Sauri, è stato un vero e proprio flop. E pare non essere l’unico. Perchè il destino che potrebbe attendere il filone foggiano dell’inchiesta Black Land, partita dall’antimafia barese ad aprile 2014 dopo aver rinvenuto 300mila tonnellate di immondizia sepolta nei terreni di Ordona, Cerignola ed Apricena, starebbe per perdersi nella rete di cavilli e di scaramucce legali che stanno rallentando pericolosamente il corso del giudizio.
Al contrario, il filone barese, nel quale sono coinvolti 10 dei 14 imputati, corre più veloce e dopo le condanne dell’anno scorso, a gennaio 2016 potrebbe esserci la sentenza di appello. Lunedì scorso, davanti al giudice Galesi, presso il tribunale di Bari è stata fissata l’ultima udienza prevista per 14 dicembre. Bari è rapida, Foggia continua a perdere colpi.
Anche perchè il 17 dicembre, davanti al giudice Centore del tribunale dauno, saranno discusse le eccezioni sollevate dai legali dei quattro imputati (gli imprenditori) in merito alla competenza territoriale e al mancato interrogatorio a loro carico per l’accusa di sversamento illecito di rifiuti. Se la Procura dovesse accogliere una delle rimostranze, il processo tornerebbe al punto iniziale. E la prescrizione, fissata al luglio del 2018, diventerebbe un limite impossibile da valicare. Il tutto avviene nel silenzio generale, con una opinione pubblica diventata piuttosto fiacca anche rispetto al pericolo di non poter arrivare a sentenza (e quindi recuperare crediti per chi aspira ad essere considerato parte civile). A rompere il muro di gomma è il Movimento 5 Stelle di Rosa Barone.
Rispetto al giudizio 3213/2015 denominato Black Land- dice la consigliera pentastellata- ci siamo accorti che la Regione Puglia è stata individuata come parte offesa, ma non ha ritenuto di dover presentarsi in causa come parte civile. Abbiamo chiesto se queste documentazioni in nostro possesso siano giunte all’assessorato all’Ambiente e, di pari passo, chiediamo spiegazioni sul perchè non ci sia stata domanda di ammissione come parte civile. In caso contrario studieremo formule che ci permettano di farlo al loro posto.
Rimane però un nodo di non poco conto. Nella provincia di Foggia, ormai dedita al commercio illegale di rifiuti- come riconosciuto anche dal Ministero dell’Interno- non si riesce ad individuare colpevoli dei reati ambientali. Assoluzioni o prescrizioni, poco conta. Ci sono giudizi certi sugli sversamenti ma non su chi li compie.
Noi siamo da sempre stati contro la prescrizione. Soprattutto per quanto concerne i reati ambientali, tanto che, a livello parlamentare, abbiamo chiesto in commissione giustizia, su proposta del deputato Salvatore Micillo,  di estinguere la prescrizione per gli ecoreati. Bloccarla, infatti, significherebbe anche avere più garanzie su chi la utilizza per esimersi da colpe e dai lavori di bonifica, che poi non vengono quasi mai svolti, perchè le aziende o falliscono o gli imprenditori semplicemente non si adoperano, aggiunge Barone.
Da Black River, ad esempio, ne esce pulito anche Rocco Bonassisa, che è rientrato nell’affare sulla discarica di Foggia votata il mese scorso dal consiglio comunale del capolugo: Non basta vedere soltanto le fedine penali degli interlocutori del pubblico “ commenta la consigliera- ma anche il loro vissuto imprenditoriale. Noi come gruppo consiliare del M5S mapperemo tutte le zone che, ad oggi, non sono state bonificate e consegneremo il nostro report alla Regione Puglia perchè intervenga senza esitazioni.
Michele Cirulli
 
 

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