mercoledì, Aprile 24, 2024
Cronaca

Habib: “”Vi racconto come reclutano terroristi a Foggia e provincia””

Pronti a sostenere in guerra i fratelli islamici, agganciati da associazioni apparentemente benefiche, rappresentano la linfa degli eserciti siriani, libici, afghani e sono reclutati in pieno centro a Foggia.

 
Sono gli invisibili di Capitanata, coloro i quali in cambio di soldi si arruolano, prendono l’aereo e, in molti casi, viaggiano verso la morte.
Da Foggia e provincia, dice Habib Ben Sghaier, presidente dell’ACSI (l’associazione comunità  straniere in Italia), ne sarebbero partiti almeno 40. Quella descritta sembra essere una vera e propria tratta di soldati ai quali, presi dalla disperazione e dalle difficoltà  economiche,  non resta che dire sì alla trincea. Già  nel 2014, proprio su queste colonne, Habib Ben Sghaier aveva lanciato la denuncia sul commercio di combattenti. Oggi, con l’arresto di Yahya Khan Ridi, l’afghano 37enne residente a Foggia da circa 8 anni che secondo la Digos di Sassari fa parte della cellula terroristica operante in Sardegna, quelle parole appaiono avere un signficato diverso.

Dove si reclutano i soldati a Foggia?

Innanzitutto parliamo di un fenomeno non nuovo. Funziona così da sempre. Ci sono associazioni benefiche che girano l’Italia dappertutto per incontrare gli immigrate che sopravvivono in precarie condizioni. Questa gente, che ha bisogno di denaro tanto da non poter far rientro nel proprio paese d’origine, ha bisogno di soldi. Succede in villa comunale, sui vagoni dei treni, in stazione. Cercano persone che non hanno troppi legami familiari. In cambio di una somma di denaro vengono portati via.

Dove?

In aeroporto. E li mandano a combattere dove ci sono guerre: Cecenia, Iraq, Afghanistan, Siria. Sono persone senza futuro che non piangerà  nessuno. Pescano sempre dove c’è sofferenza e povertà . Prendiamo il caso di un marocchino: viene avvicinato e poi consegnano i soldi alla mamma, alla sorella, e in quel momento lì c’è lo scambio. Sono loro a preparare biglietti e documenti.

Di quali associazioni stiamo parlando?

Associazioni che girano l’Italia e l’Europa, alcuni grandi commercianti. In qualche caso anche italiani, ma la maggior parte delle volte sono arabi a contattare questi immigrati senza permessi di soggiorno e senza documenti. Si danno dei soldini a casa ed è come firmato il contratto morale con queste associazioni piene di soldi. Molte volte ad arruolare sono anche grandi commercianti all’ingrosso che girano per l’Italia e l’Europa.

Come li convincono?

Prima c’è un lavaggio di cervello. Chiedono che fai qui, che vita fai? e li spingono a cambiare vita chiedendo loro di andare a combattere per i fratelli e per le sorelle. Chi ha bisogno di soldi accetta, perchè almeno sa che i propri familiari potrebbero stare meglio.

Quanti combattenti sono partiti da Foggia?

In tutti questi anni almeno una quarantina. Persone che spariscono senza lasciar traccia.

Perchè non se ne parla?

Sono cose risapute, poi quando vengono fuori è come se qualcuno abbia scoperto l’acqua calda. Stiamo parlado di persone che hanno bisogno di affetti, di lavoro, purtroppo questa non è una novità . Basta andare al ghetto, in villa comunale. Quando una persona si prostituisce per una sigaretta o per un panino non c’è più niente da dire. Prostituirsi o rubare è un modo di sopravvivere.

Il reclutamento avviene ancora oggi a Foggia?

Sì, anche nella provincia, a Cerignola e San Severo per esempio. è da sempre così. Nel momento dello scambio l’immigrato materialmente non prende niente tra le mani, nemmeno un euro. I soldi vanno direttamente ai familiari più prossimi, che almeno li ricorderanno per questa donazione.

A Foggia ci sono cellule terroristiche?

No, è una parola troppo grossa. Non ci sono cellule, non ci sono organizzazioni. Ci sono disperati che non riescono a vivere, le ambiasciate non se ne occupano e questi vuoti sono riempiti da queste associazioni.

Conosce qualcuno di questi combattenti?

(silenzio). Adesso io mi fermo.
 
 

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