E’ Schittulli l’anti-Emiliano: Tatarella’s pronti per le regionali
Nel giorno del ricordo di Pinuccio Tatarella, improvvisamente il centrodestra ritrova l’armonia o, almeno, sembra riscoprirla grazie all’ufficializzazione della candidatura dell’oncologo Francesco Schittulli alla presidenza della Regione Puglia. Giovedì scorso, presso palazzo Dogana, alla presenza di Gianfranco Fini e Gaetano Quagliariello, la vecchia guardia degli ex Alleanza Nazionale era al gran completo: non solo per ricordare il Ministro dell’Armonia, ma soprattutto per estorcere una candidatura al nuovo aspirante governatore.
Stando agli ultimi sondaggi il gap con Michele Emiliano sarebbe molto marcato e quasi sicuramente la prossima tornata elettorale di maggio, in chiave regionale, regalerà alla Capitanata qualche trombato eccellente. Quindi, l’imperativo per gli ex finiani è quello di spuntare una candidatura last minute nelle liste del presidente (Movimento Schittulli), in quelle degli alleati (Nuovo Centro Destra) o nel partito di maggioranza (Forza Italia). La coperta è troppo corta, però, e qualcuno rischia di rimanere al palo.
La telefonata di Silvio. Giovedì pomeriggio, intorno alle 17:00, Francesco Schittulli è ospite di Municipia, il format di Teleblu, e appena conclusa l’intervista si allontana dagli studi. Passa davanti ad una telecamera, gli operatori rimangono sbigottiti, perchè celermente esce fuori dagli studi stringendo il cellulare. Dall’altra parte del telefono c’è Silvio Berlusconi, che gli dà conto della sua benedizione politica: Sei tu il candidato presidente alla regione: riporta la Puglia a destra, dice. Poche parole, massima discrezione, il Cavaliere raccomanda riserbo fino all’indomani per le formule di rito. Ma appena arrivati a Palazzo Dogana, su invito della Fondazione Tatarella, due ore più tardi, la notizia si è già diffusa e gli astanti fanno a gara ad abbracciarlo.
Nostalgici alleantini. Forse è stata la prima convention che ha avuto inconsapevolmente lo scopo di riunire tutto il centrodestra di stampo An: dal padrone di casa Salvatore Tatarella a Giandiego Gatta, dall’ex assessore provinciale Nino Santarella al rautiano Paolo Agostinacchio; dal sindaco di Cerignola Antonio Giannatempo alla pasionaria Lucia Lambresa. Oltre a loro anche Giannicola De Leonardis e il vicesindaco Ciccio D’Emilio (NCD), Luigi Miranda, Michela Di Donna e Franco Landella (Forza Italia). Una rimpatriata nostalgica mentre il presidente Gianfranco Fini, dal palco, ribadiva la necessità di non presentarsi alle elezioni con l’idea di andare contro qualcuno, ma portando un progetto politico valido, una visione, una prospettiva. L’unica prospettiva a breve termine, per molti degli intervenuti, è stato sondare il terreno per conquistare un spazio in lista: quello che fa più gola è un posto al sole nel Movimento Schittulli, che nel peggiore dei casi garantirebbe almeno un seggio in via Capruzzi, se fossero confermate le previsioni al ribasso che vedono l’oncologo soccombente rispetto a Emiliano.
Gli assenti. Nel giorno della pacificazione delle destre, però, ci sono state delle assenze (più o meno) giustificate: da quella del sindaco di Verona Flavio Tosi, che a dispetto dell’orientamento leghista sembra aver preso a cuore la causa sudista-foggiana, impegnato in un incontro tutto interno con l’amico-nemico Matteo Salvini; a quella dei vertici provinciali di Forza Italia: a palazzo Dogana, infatti, non si è visto Lucio Tarquinio, impegnato in Parlamento, e non si è nemmeno affacciato Roberto Ruocco, acerrimo competitor di Tatarella. Assente anche l’ex ministro Corrado Passera e il meloniano Ignazio Larussa (e relativi quadri dirigenti foggiani di Fratelli di Italia).
Risiko politico. Nel complicato gioco di seggi e premi di maggioranza, di sbarramenti e liste collegate, gli ex alleantini hanno provato a fare calcoli. Nei corridoi di Palazzo Dogana si parte da una premessa: Emiliano è in vantaggio e i seggi in provincia di Foggia sono risicati. Se la presenza di Micaela Di Donna, sponda Forza Italia di Franco Landella, rappresenta un tappo alle aspirazioni di qualunque attore politico del territorio, è il movimento Schittulli ad essere maggiormente appetibile: è qui, infatti, che vorrebbero entrare Giandiego Gatta o Antonio Giannatempo, ma l’oncologo avrebbe già tracciato la linea maestra del largo ai giovani. Per questo in pole position sembra esserci Fabrizio Tatarella, avvocato 38enne e figlio dell’ex eurodeputato Salvatore, che ha sostenuto il candidato presidente dal primo momento in cui ha deciso di prendere parte alle elezioni. Su Foggia, invece, pare che Schittulli voglia puntare sui coordinatori provinciali, i primi che lo hanno sostenuto sin dai tempi non sospetti. Qualora Ncd non venga travolto dallo tsunami a cinque stelle, potrebbe essere De Leonardis a conquistare un seggio, con buona pace di Santarella. E se la promessa di Raffaele Fitto rimarrà valida, ovvero rimanere nel partito di Berlusconi, per gli aspiranti consiglieri regionali si ridurranno i cavalli su cui correre.
Tatarella’s show. Mentre tutti lo davano per morto (politicamente), Salvatore Tatarella, che due settimane fa ha dato l’addio alla politica in prima persona, è apparso molto determinato. è rimasto tutto il tempo nei corridoi, lontano dalla platea, prendendo sotto braccio ogni convenuto, parlottando sulle scale di Palazzo Dogana, informandosi delle situazioni nei singoli piccoli comuni. è già campagna elettorale.
Michele Cirulli