Giovani, esuberanti e senza un posto in cui stare: “Ai nostri ragazzi mancano opportunità”
Alcuni casi di cronaca che riguardano degli adolescenti hanno sollevato un polverone, sfociato poi negli scorsi giorni nel caso del Daspo urbano per un ragazzo di 16 anni. Ma non fermiamoci al singolo caso. Sempre parlando di cronaca, ricordiamo la scazzottata tra ragazze dell’estate scorsa. Oppure qualche anno fa dei ragazzi che lanciavano pietre dal cavalcavia in prossimità della strada statale. Oppure, sempre rimanendo in tema sassi, il caso dell’autobus preso di mira qualche settimana fa. Si potrebbe continuare a narrare ancora altri accadimenti venuti a galla dalla cronaca e altri che non lo sono, ma in sintesi, la situazione degli adolescenti non è delle migliori.
L’ignoranza che porta a commettere quello che può essere una sassata o una deturpazione di bene pubblico è dettata dalla cultura di base, quasi inesistente, dove la classe politica sembra fregarsene (anche quando in prossimità della stessa scalinata del palazzo di città ci sono ragazzini a fumare).
Don Pasquale Cotugno, educatore fin da prima della vocazione, si occupa a 360 gradi della questione, ma è “limitato” perché, come dice: “Da noi arrivano ragazzi che hanno avuto una condanna dal tribunale dei minori, con situazioni particolari in famiglia, ma stiamo progettando di ampliarci anche nei confronti di ragazzi che sono già stati segnalati dalle forze dell’ordine”. Dice la sua anche sul caso del Daspo urbano in una domanda posta: “Piuttosto di guardare al caso, al problema che poi finisce lì, ci si dovrebbe chiedere come mai accadano queste situazioni, risalire alla causa principale del problema”.
Anche Nicola Lopane, proprietario del Safarà, che dal suo canto ha osservato nel corso del tempo le varie generazioni susseguirsi nel contesto di piazza Mercadante, ci dichiara: “Nel susseguirsi di varie amministrazioni non c’è mai stato un impegno vero e proprio in questo senso. Non si promuove la musica e la cultura, non esiste più il concetto di musica dal vivo se non con qualche piccolo sprazzo -fatto male aggiunge- e soprattutto non ci sono più posti dove si può andare a suonare. D’altronde mancano dei veri e propri spazi pubblici”.
Ma quando la politica non si occupa di questo, lo fa la gente, i comuni cittadini che sono in prima linea, con Luigi Russo, proprietario dell’albero dei fichi, la cui mission è coltivare, proprio come in un vuoto terreno fertile, poco a poco le nuove generazioni. Cosicché con il passare del tempo e con un po’ di dedizione, si possa avere questa metaforica foresta intesa come cultura.
Giuseppe Bellapianta
Va bene tutto ma ste c…..te della
mancanza di opportunità che spinge i ragazzi a fare di tutto non la posso reggere!!!! Sono il frutto della mancanza dei genitori incapaci di dare regole ed educazione e stop!!!
Genitori mollicci e timorosi che i figli possano sentirsi oppressi, depressi, stressati e str…varie ed eventuali.
Se poi leggono questo articolo siamo a cavallo..si sentono giustificati in tutto e per tutto, per cortesia…
Al giorno d’oggi solo il ragazzino che vuol rimanere ignorante, con le conseguenze che esso comporta, rimane tale e si sente autorizzato a far cio’ che vuole quando vuole e come vuole.
I metodi usati fino ad ora, in verita’, non hanno avuto gli effetti sperati e credo non li avranno mai.
Giovani che sono ancorati a quell’accento dialettale stretto e di italiano neanche a parlarne, maleducazione in avanzato stato oltre alle piaghe sociali delle dipendenze.
Questo per dire, ripeto, che il metodo buonista credo non dia risultati.