martedì, Ottobre 15, 2024
Politica

Dai rifiuti sotterrati a Cerignola come in Gomorra al nuovo stadio targato Bonito: ecco chi lo farà

Dai rifiuti sotterrati come in Gomorra al nuovo stadio targato Bonito: ecco chi lo farà

Erminio Arminio, classe 1977, promotore del progetto del nuovo stadio di Cerignola, con la città che fu di Giuseppe Di Vittorio e oggi di Francesco Bonito ha un antico legame. Un rapporto non certo idilliaco, ma che trova ospitalità nelle lunghe documentazioni e nelle ordinanze di arresto dell’inchiesta Black Land, che nel 2014 rivelò quanto, quando e come i rifiuti campani fossero sistematicamente sotterrati nelle campagne di Cerignola, Orta Nova, Ordona, Candela. Uno sfregio eterno alle terre e alle colture bio che viaggiano in tutto il mondo e che fanno di questa fetta di territorio un importante modello di export. Eppure, in località Cavallerizza a Cerignola o in una cava di Ordona, sottoterra sono ancora sepolte 270mila tonnellate di rifiuti – equivalenti a 11 campi da calcio- occultati con la tecnica del sandwich, introdotta dal potente clan campano dei Casalesi: uno strato di rifiuti e uno di terra; uno strato di rifiuti e uno di terra. E così via.  

Quel processo, terminato in primo grado con le condanne degli imputati, oggi è ancora in piedi presso la Corte d’Appello di Bari che si deve districare dai conflitti di competenza territoriale. Verosimilmente si potrà arrivare a sentenza a maggio 2024. Tecnicismi a parte, il primo grado di condanna è arrivato il 16 settembre 2019: il Tribunale di Foggia ha ritenuto responsabili dei reati i trasportatori dell’immondizia e quegli imprenditori che hanno giovato, ed erano a capo, del traffico illegale di rifiuti tra la Campania e Cerignola.

Tra di loro anche Erminio Arminio, condannato a tre anni con annessa confisca dei beni utilizzati all’attività illegale, che tramite la società Biocompost Irpino “ha avuto un ruolo di rilievo nel sistema che ha caratterizzato il traffico di rifiuti. Alla Biocompost Irpino veniva infatti effettuata solo la triturazione dei rifiuti, i quali, successivamente, con documenti di trasporto recanti sia la falsa destinazione del medesimo presso aziende terze agricole, sia la falsa attestazione che trattasi di compost”, venivano smaltiti illegalmente nelle campagne del territorio. In sostanza, i rifiuti sulla carta erano considerati semplice concime, ma nei fatti erano RSU interrati in luoghi precedentemente scelti. A Ordona, Cerignola, Candela, Stornara.

Un business imponente che, per quanto accertato, in un solo anno avrebbe prodotto per l’organizzazione utili superiori ai due milioni e mezzo di euro. Sulla posizione di Erminio Arminio, però, pende ancora il secondo grado di giudizio. Oggi, con l’Amministrazione Bonito in carica, Arminio è tornato a Cerignola dalla porta d’ingresso principale e non più, in maniera indiretta, tramite camion pieni di rifiuti: è lui, attraverso la società Gaesi, come ha più volte ricordato pubblicamente l’assessore allo sport Rossella Bruno, a proporre la costruzione di un nuovo stadio con un progetto ambizioso e avveniristico che introduce antenne 5G, parchi eolici e una nuova struttura sportiva da allocare in zona Via Foggia, a poche centinaia di metri dallo svincolo della strada statale 16. Il tutto in partnership con le multinazionali Boldyn e ASM Global.

Dalle inchieste giudiziarie per traffico illecito di rifiuti, dal sotterramento dell’immondizia  nelle campagne alla interlocuzione diretta con l’ex giudice Francesco Bonito e con la sua giunta, perfino con consiglieri comunali che lo hanno accolto a Palazzo di Città. Il progetto stadio- di per sé apprezzabile- si estenderà su una superficie di 100mia metri quadrati e prevede la costruzione, per 35 milioni di euro, di una nuova struttura sportiva da 15mila posti. Altri 15 milioni di euro serviranno per imbastire una rete 5G, oltre “la realizzazione di una comunità energetica per alimentare con energia da fonti rinnovabili lo stesso stadio e la ramificata rete infrastrutturale per impianti di videosorveglianza e sicurezza urbana”.

Così Francesco Bonito, il 22 novembre 2023, salutava il progetto approvato pochi minuti prima all’unanimità dalla sua giunta (assessori: Bruno, Cialdella, Cicolella, Dagnelli, Dibisceglia, Gianfriddo, Lasalvia): “Abbiamo l’opportunità di realizzare una rete di servizi digitali che promette di proiettare Cerignola nel futuro”. A preoccupare, più che altro, è però il passato.

In corso, difatti, non c’è soltanto una semplice interlocuzione, che tra l’altro si sta consumando in queste settimane. C’è anche qualche atto amministrativo che rischia di diventare la pietra tombale di questa Amministrazione e spegnere per sempre, quantomeno sotto il profilo dell’opportunità, la luce della legalità che ha trascinato al voto 12mila elettori in cerca di un riscatto sociale dopo lo scioglimento per mafia, e di cui parleremo nelle prossime puntate.

Michele Cirulli



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Benji
8 mesi fa

Stucazz!

Clamoroso
8 mesi fa

Senza parole

Basito
8 mesi fa

Ah!

Ciruzzo
8 mesi fa

Che un magistrato accosti il proprio nome ai Casalesi è veramente una vergogna

Ultras
8 mesi fa

Niente 5g sul nostro stadio
Non ci siamo vaccinati proprio per evitare il 5G e voi lo volete mettere sullo stadio che ci sono le famiglie

Riabilitazione in corso
8 mesi fa

Faccio i miei complimenti a questa testata che sta maturando e progredendo verso il giornalismo di inchiesta, con coraggio e onestà. Adesso mi aspetterei che con la stessa onestà ridimensioni ufficialmente le sue vecchie posizioni su Metta che allo stato attuale si sono dimostrate sproporzionate. Facciamo inchiesta seria sui motivi dello scioglimento e scommetto che questi si scioglierebbero come un gelato a luglio in piazza Duomo.

I miracoli vai in chiesa
8 mesi fa

Non è che Marchiodoc è Gesù
Solo lui poteva trasformare Maddalena in una Santa
Metta le sue colpe le ha eccome la più grande è stata quella di aver fatto così schifo che ci ha convinti a votare un giudice nella speranza di avere dignità come cittadina e nind stiamo peggio di prima

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