domenica, Maggio 19, 2024
Cronaca

Filippo Palieri, il cerignolano che salvò 300 persone dalla deportazione in Germania


Nella giornata della Memoria a Rieti la polizia ha deposto una pietra di inciampo alla memoria del commissario cerignolano Filippo Palieri che durante la Seconda Guerra Mondiale era capo di Gabinetto del Questore. Quando il suo superiore si assentò, Palieri divenne responsabile e lavorò per salvare la vita a centinaia di artigiani reatini evitando loro la deportazione nei campi di lavoro tedeschi.

Proprio per questa attività, una volta scoperto fu deportato egli stesso anche per aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. Morì di stenti il 13 aprile del 1945 nel campo di Wietzendorf e non rivide più, come aveva previsto e confidato a Salvatore Poti (un compagno di prigionia), i genitori, la moglie (Giuliana Annesi) e i tre figli.

Di fronte l’ingresso della questura di Rieti, in occasione delle celebrazioni relative alla Settimana della memoria, per commemorare le vittime dell’olocausto, sono state posizionate ieri dal questore Mauro Fabozzi, alla presenza del prefetto Pinuccia Niglio e del sindaco Daniele Sinibaldi, due pietre d’inciampo, intitolate alla memoria dei commissari di Pubblica sicurezza Filippo Palieri e Salvatore Poti, in servizio alla questura di Rieti durante l’occupazione nazista.

Il 10 marzo del 2004 è stata riconosciuta la Medaglia al Valor Civile: “Capo di Gabinetto della Questura di Rieti, evidenziando eccezionale slancio altruistico e sprezzo del pericolo, riusciva a tenere nascosti agli occupanti tedeschi i nominativi degli artigiani reatini, evitando in tal modo la loro deportazione in campi di lavoro. Dopo aver informato personalmente i propri concittadini del pericolo, veniva scoperto dai nazisti e, arrestato, deportato nel lager di Wietzendorf dove periva a causa degli stenti e delle torture patite. Fulgido esempio di straordinarie virtù civiche e generoso altruismo spinte sino all’estremo sacrificio. 13 aprile 1945 – Wietzendorf (Germania)”

Filippo Palmieri, Medaglia d’oro al Merito civile, da capo di Gabinetto della questura di Rieti salvò la vita di circa 300 artigiani reatini, nascondendo i loro nominativi allo scopo di evitargli la deportazione nei campi di lavoro in Germania.



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3 mesi fa

Cerignolani di cui andare fieri che ci riscattano dalle nostre miserie

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