Lo sfogo dalla Rianimazione: “Siamo sull’orlo del precipizio, posti terminati in tutti gli ospedali”
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Sta diventando virale, in queste ore, il post Facebook di Michela Rauseo, cerignolana, dirigente medico della Rianimazione del Policlinico Riuniti di Foggia, che informa sulla situazione del Coronavirus in Capitanata e sulle condizioni degli ospedali che in queste ore sono affollati da nuovi casi positivi.
“Siamo sull’orlo di un precipizio. Sono appena rientrata a casa da un trasporto per un paziente in altra struttura. Viaggio in ambulanza, bardati, paziente delicato. I posti sono praticamente terminati in tutta la Puglia e il pronto soccorso del nostro policlinico è al collasso”, premette Rauseo.
“Quindi, pensa a come garantire una chance a tutti, e se il posto non ce l’hai, parti in piena notte, mentre i colleghi stanno intubando altri tre pazienti e altri aspettano di essere valutati, desaturano, necessitano di ventilazione e di un posto letto. Siamo ancora a fine ottobre, proiettati non verso l’estate, ma verso il peggio”, aggiunge il medico.
“Siamo ancora a fine ottobre, con addosso il macigno di una mancata organizzazione. Abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo bisogno di posti letto, ospedali da campo o tende attrezzate. Non lo so quanto tempo abbiamo, per dedicarci a strutture in muratura e percorsi adatti. Sappiamo solo che la popolazione che si ammala sta subendo un incremento vorticoso e non c’è spazio per tutti. È come una diga senza più argini. Non riusciamo ad arginare la popolazione grave, delicata, affetta da polmonite, che necessita di ospedalizzazione e cure intensive”.
“Questa – spiega Michela Rauseo- non è polemica, questo è L’urlo disperato di chi alle 14:00 tornerà in turno, mettendo da parte tutto, cercando di rimanere concentrata, prestando un servizio senza battere ciglio. Non si discute sulla volontà di lavorare, ma sul come farlo. E mentre intubi un paziente, convinci L’altro a pronarsi, devi pure comunicare in piena notte per cercare la soluzione al “dove lo mettiamo”. Tutto è diventato routine, vestirsi svestirsi, tamponarsi, controllarsi, stare attenti, isolarsi, vivere alienati da tutto il resto, solo per dare il meglio”, aggiunge il dirigente medico dei Riuniti.
“Gestire i posti letto non ci compete, per quello ci sono le autorità. La catena non si spezza e il meccanismo non si inceppa solo se ciascuno fa la sua parte. Non siamo eroi, ma non siamo neanche macchine da guerra. Metteteci nelle condizioni di poter dare l opportunità e l accesso alle cure a chiunque ne abbia bisogno. Non ce lo possiamo permettere di sentirci stanchi o di tirare i remi in barca, é solo l’inizio. Ma senza la certezza di un dove, ogni sforzo sarà vano”, conclude Michela Rauseo.
ma vaffanc…….manco fossimo a febbraio…..Parlasse con Zangrillo che dice tutt’altro……
Dottoressa ci fai vedere una foto dei reparti intasati?