Chiesa&Politica, finisce un’altra luna di miele?
Sono da dimenticare i tempi in cui la politica andava a braccetto con la Chiesa, i parroci strigliavano i fedeli distillando indicazioni di voto o gli eventi della Diocesi era affollati da consiglieri comunali e aderenti ad una precisa forza politica.
La luna di miele tra La Cicogna e la Curia cerignolana sembra essere terminata con il pensionamento di monsignor Felice Di Molfetta, il contestato vescovo originario di Terlizzi che si è speso in prima persona- attirando su di sè polemiche e antipatie- per l’elezione di Franco Metta allo scranno di sindaco.
Così anche giovedì sera, quando il nuovo pastore della Diocesi Cerignola-Ascoli Satriano- monsignor Luigi Renna, ha organizzato la presentazione del libro Corruptia “ il malaffare in un comune italiano, il primo cittadino ha fatto mancare la propria presenza. Motivo?
Comizio a Torremaggiore per sostenere la candidatura di Lino Monteleone in vista delle prossime elezioni amministrative. La presentazione del volume scritto da Rocco D’Ambrosio, che ripercorre le dinamiche dell’illegalità in una città modello italiana, giunge in un momento molto delicato anche nel centro ofantino, con un dibattito in corso sulla presunta esistenza di un caso Cerignola per quanto riguarda il rispetto delle regole etiche e giudiziarie. Solo due giorni fa il segretario del Partito Democratico, Tommaso Sgarro, ha fatto visita al Prefetto di Foggia, Maria Tirone, per esporle preoccupazione rispetto al rischio di infiltrazione criminale dopo la sequela di appalti sospetti fuoriusciti da Palazzo di Città . Nella sala dell’episcopio, di fronte ad un pubblico nutrito e variegato, si è presentata una sparuta rappresentanza di maggioranza di governo; nulla a che vedere con le corpose flotte di cicognini estasiati dalle parole degli uomini de i-Cattolici, la lista progettata all’interno della Curia per sostenere l’avvocato nel sogno amministrativo.
Presenti solo Mimma Albanese, presidente di Confraternita e vice di Metta, Anna Lisa Marino, assessore al bilancio, ed una rapida toccata e fuga di Loredana Lepore, capogruppo del Cambiamento. Ed anche in questa occasione, così come nel discorso di insediamento, il vescovo Renna ha ribadito quali dovranno essere i rapporti tra chiesa e politica. Auspicando la nascita di una scuola di formazione politica, ha precisato: La Puglia è una delle poche regioni che continua a formare i fedeli, ad esempio grazie all’attività e all’impegno dell’associazione Cercasi un fine. Penso sia molto importante la formazione politica, che non deve confondersi con quella partitica, ha sottolineato don Luigi Renna. Sarà anche per questo che l’Amministrazione e la Chiesa hanno smesso di inciuciare nelle sacrestie costruendo progetti politici condivisi. Non a caso, a sancire la file delle commistioni ambigue, proprio attraverso queste colonne monsignor Renna ha formalmente chiesto la separazione delle carriere aspettandosi le dimissioni da chi detiene un doppio incarico, religioso e politico.
All’invito avrebbe risposto positivamente la vicesindaco Albanese, il cui nome, tra l’altro, è tra quelli a rischio nel ventilato rimpasto di giunta che Metta starebbe operando per cercare di mettere insieme le schegge impazzite della sua maggioranza, ormai frantumata in tre sottogruppi che hanno definitivamente messo ko l’aspirazione di un gruppo unico di consiglieri a sostegno dell’attività amministrativa. Dunque, a Cerignola, pur con fatica, si ritorna alla normalità , con annessi salti sul carro del vincitore da parte di politici, giornalisti, imprenditori e referenti di curia che fino a ieri sostenevano apertamente Di Molfetta ed oggi lo ripudiano per cercare di entrare nelle grazie di Renna. Ed è anche questo uno dei temi che all’interno della Curia inizia a farsi strada, visto che giugno sarà un mese caldo poichè tra 20 giorni si aprirà la finestra che permetterà spostamenti, nomine e riorganizzazione dell’organigramma diocesano. Una cosa sembra però certa: la chiesa e la politica non vivranno più la stagione dell’amore cieco e disperato che hanno vissuto fino a gennaio scorso grazie al feeling Metta-Di Molfetta. L’impegno elettorale dei cattolici sembra aver esaurito la sua portata, di suo già non esaltante in termini di voti, mentre l’obiettivo sarà ricostruire una nuova identità comunitaria, con un occhio ai cavalli di Troia, ai traditori e ai professionisti del salto sul carro del vincitore.
Michele Cirulli