venerdì, Aprile 19, 2024
Cultura

[Intervista] Don Luigi Renna, quando la normalità  è rivoluzione

La sfida è ricucire i rapporti sfilacciati di una comunità , civile ed ecclesiastica, dopo anni di dissidi. Monsignor Luigi Renna, da un mese esatto alla guida della Diocesi Cerignola-Ascoli Satriano, ha intrapreso la strada della normalitࠝ per riconnettere i pezzi di una società  che appare disgregata.

 
Il nuovo vescovo vive la città , nei bar o nei teatri, preferisce muoversi a piedi e si informa della vita dei suoi interlocutori. Una ventata di normalitࠝ che addirittura ha lasciato straniti: Non faccio altro che fare quello che facevo prima, ma in una realtà  nuova, coltivando gli interessi che piacciono a me e possano essere messi a servizi della pastorale.
Intorno al nuovo vescovo sembra esserci un rinnovato entusiasmo: Sono sempre attento ad una cosa. So benissimo che gli osanna si possono trasformare in crucifige. Diceva un autore romano: Plebs aut tremens aut tremenda. Non bisogna farsi prendere dalla volontà  d farsi piacere, possono esserci anche delle scelte scomode. Se il vescovo dicesse: Stop al caporalato a quante persone piacerebbe?

L’analisi. I primi giorni all’interno della Chiesa chiacchierata di Cerignola sono stati, e saranno, dedicati all’ascolto e alla conoscenza: Ci sono tante potenzialità , soprattutto nei giovani. Cerignola “ spiega il vescovo- non è una città  di vecchi. C’è una grande sensibilità  per i problemi sociali e ho riscontrato una grande operosità  nell’imprenditoria: non so quanto debba fare salti di qualità , però la realtà  c’è e credo che nella Capitanata Cerignola emerga per questi aspetti. Di fianco al dinamismo, però, vi sono aspetti da migliorare, o ataviche problematiche: Dal punto di vista della legalità  ci sono dei grossi problemi, c’è un vissuto sommerso e per fortuna le forze dell’ordine sono molto attente. Mi sono chiesto come mai c’è troppo spesso un forte vissuto criminale. Non lo so. Bisognerebbe fare studi approfonditi. Mi meraviglia, per esempio, come una città  che ha avuto figure di spicco “ da Pavoncelli, a Zingarelli, a Di Vittorio- . abbia potuto far crescere tutto questo vissuto di malaffare nonostante la grande passione politica. è una domanda senza risposta. La soluzione è lenta ma efficace: Credo nella forza dell’educazione e della formazione. Discendiamo da famiglie contadine che hanno tenuto all’alfabetizzazione e hanno permesso ai loro figli di studiare e alle comunità  in cui si trovavano di crescere. è la cultura che contraddistingue la civiltà  e il paese.

Il bene comune. Il primo intervento, il 16 gennaio scorso, in aula consiliare, per molti è stato una liberazione che ha spezzato le catene che hanno unito, negli ultimi due anni, parrocchie e sezioni di partito in un mix che ha generato reazioni violente, non solo tra i guelfi e ghibellini 2.0 . Al centro l’autonomia relazionale tra Chiesa e Politica. Le vicende politiche le ho viste più sopite rispetto al passato, ma mi pongo con un atteggiamento che non è giudizio o partigianeria, ma solo di bene comune. Auspico “ commenta Renna- che chi governa la cosa pubblica lavori intensamente e dall’altra parte si ascoltino anche le opposizioni quando garantiscono una visione più ampia. Auspico che le opposizioni facciano loro lavoro e non prendano posizioni ostruzionistiche. Però nell’agenda della politica sembrerebbe mancare la lotta alla criminalità , come tra l’altro sostenuto anche dal questore Piernicola Silvis: Non ne ho sentito molto parlare, è vero, ma questo è successo a vari livelli e d’altra parte non credo che il ruolo della politica sia quello di parlare. Spero che al di là  di tutto ci sia un lavoro di progettazione che vada a costruire la speranza. Il compito di un’amministrazione non è solo di parlare dei problemi. La politica non vive solo una fase propagandistica, vive invece un discorso più intenso. Di fronte a determinate problematiche si deve prendere posizione con i fatti, chi amministra non deve stare sempre sotto i riflettori a rilasciare dichiarazioni, sottolinea il vescovo.

I doni. Quando la notizia del tariffario per i doni al vescovo entrante ed al vescovo uscente ha fatto il giro di Italia, Renna era ancora a Molfetta ed è stato indirettamente travolto dall’ondata di polemiche scatenatesi contro don Carmine Ladogana e don Felice Di Molfetta. Tra i regali di benvenuto anche un’automobile: Non l’ho mai ritirata e con quei soldi abbiamo deciso di costruire una struttura leggera a borgo Tre Titoli, in modo tale che i migranti possano trovare riparo durante i momenti di preghiera o ricreativi. Ed è proprio nel ghetto africano  che il vescovo Renna ha trascorso il giorno del suo compleanno, tra storie di invisibili, immigrati, rifugiati e prostitute che animano House Ghana.

Chiesa e politica. Chi ha detto che magari le dimissioni non siano già  arrivate? Queste sono cose istituzionali all’interno della Chiesa, ne daremo conto in seguito. Così monsignor Renna spiega il senso delle sue parole sui rapporti tra Chiesa e amministrazione comunale e della richiesta di dimissioni da parte di chi occupa posizioni strategiche nel mondo della curia e in quello dell’amministrazione, come ad esempio la vicesindaco Mimma Albanese. Dopo il mio discorso in Comune ho trovato buona volontà  e accettazione del ruolo della chiesa, equidistante dalla politica. Noi formiamo coscienze, i laici si candidano: non si interviene direttamente. Ho trovato una realtà  in cammino, da questo punto di vista: se noi costringiamo in un determinato spazio la maturazione di alcune situazioni- spiega il vescovo- abbiamo delle rivoluzione e non abbiamo dei cambiamenti. E le rivoluzioni finiscono nel terrore giacobino, mentre i cambiamenti sono rispettosi delle persone. Ciò che rimane comune è il processo di coscientizzazione, un grande processo culturale nel quale la gente si guarda allo specchio e decide da dove iniziare.

Unioni civili. Ciò che in piccolo succede a Cerignola, su larga scala capita in Vaticano, con i vescovi divisi sull’interventismo politico in materia di unioni civili. Alcune volte vengono approvate leggi non propriamente etiche. Una maggioranza democratica non sempre afferma ciò che è etico, ma afferma ciò che è accettato a maggioranza, come ad esempio nel caso del gioco d’azzardo. C’è rispetto per le unioni civili, ma ci sono forti perplessità  per le adozioni e si ha paura che ci sia cedimento della diga, così come è stato legge 40 (che ha portato fino a fecondazione eterologa).  In una società  pluralista- spiega Renna- è giusto che alcuni diritti vadano riconosciuti per una maggioranza. Una certa stabilità  va data anche per le coppie omosessuali, ovviamente. Diverso è il diritto al figlio, perchè non si può avere diritto a una persona.
 
 
 
 

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