giovedì, Maggio 2, 2024
Cronaca

“Rovinato da una setta: ora però la mia vita rifiorisce”



“Ho speso centinaia di migliaia di euro, ho allontanato la mia famiglia, ho cambiato modo di essere per colpa di una setta. Adesso ho ripreso in mano la mia vita, ma ho trascorso momenti difficili in cui ero totalmente alienato dal mondo”. Toni Occhiello, regista di Cerignola, una vita tra gli Usa e il Basso Tavoliere, racconta la sua esperienza con un’associazione spirituale orientale di ispirazione religiosa molto attiva in tutta Italia. A seguito di quella brutta parentesi ha deciso di fondare un ente che si preoccupa di dare sostegno a tutti coloro i quali sono vittime dei “culti distruttivi”. La sua AIVS (Associazione Italiana Vittima Sette), insieme al Cesap di Lorita Tinelli è tra le realtà più attive per censire i casi di abuso psicologico in Puglia e in Italia.



“Mi sono avvicinato a questa setta negli anni 80, mi hanno accolto con il cosiddetto love bombing, ero circondato da persone che mi davano attenzioni, sostituendosi gradualmente alla mia famiglia. L’associazione è ispirata ai valori della pace del mondo, alla costruzione di qualcosa di grande, al miglioramento personale, alla ricerca motivazionale. Non sapevo di essere finito in una setta”, racconta Occhiello. Così gli incontri – riferisce – si fanno più frequenti, così come le preghiere e le meditazioni di matrice orientale.

Gli iscritti s’incontrano, anche più volte al giorno. Quella realtà diventa la sua unica realtà: “Ci dicevano che per ottenere beneficio avremmo dovuto pregare, donare, comprare libri, stare lontano dalle forze negative, che a volte possono essere anche i familiari, come successo nel mio caso. Mia moglie – ricorda Occhiello – era contraria a questa mia adesione: alla fine ho allontanato lei e la mia famiglia, perché non capivano il nostro progetto”. Non solo gli affetti, dunque, ma anche l’aspetto economico: “Più donavo, mi dicevano, più avrei migliorato la mia vita. Sono finito a donare direttamente un quinto del mio stipendio a questa setta, sempre volontariamente e senza costrizioni. Lo prelevavano dal mio conto”.



Il “risveglio”, così come lo definisce, avviene nel 2014: “Ad Orta Nova una signora, che praticava con noi, si suicida. Una circostanza liquidata con poche parole, come fosse questione di karma. Ho capito di dover lasciare”. Occhiello lascia dopo 20 anni. La sua storia coincide tante altre, la sua biografia si sovrappone ai tanti casi di abuso psicologico: “Dobbiamo stanare un pregiudizio: nelle sette ci finisce anche gente con un background culturale di livello, anche persone erudite. In 20 anni abbiamo raccolto centinaia di testimonianze come quella di Toni”, dice a La Gazzetta Lorita Tinelli del Centro Studi Abusi Psicologici.



“Religioni, sette, gruppi di crescita motivazionale: qui spesso ci sono problemi. La nostra battaglia è portare in Parlamento un disegno di legge che colmi un vuoto normativo su questi fenomeni”, conclude Tinelli. Oggi la vita di Toni Occhiello è “una rinascita”: “Ero un fake, arrogante, megalomane, collerico, nevrotico perché vivevo questo senso di impossibilità di soddisfare ciò che la setta mi chiedeva. Mi hanno rovinato negli affetti, economicamente e professionalmente. Ma tutta la mia vita ora rifiorisce. Ci sono nuove opportunità: sto ricostruendo la mia vita e la mia professione”.   

Michele Cirulli

La Gazzetta del Mezzogiorno



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