La Xylella è arrivata in provincia di Foggia: paura tra gli agricoltori. Ed è caos sui fondi

La Xylella fastidiosa è arrivata in Provincia di Foggia dopo aver colpito e distrutto 97 piante nel territorio di Cagnano Varano. Il batterio killer dal sud della Puglia ha risalito la china fino alla Capitanata e adesso anche il mondo agricolo foggiano è in apprensione.
Per limitare i danni, il governo ha stanziato circa 300 milioni, su cui adesso si è scatenata la bagarre. La scorsa settimana il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha attaccato la Regione Puglia: “Aspetteremo le elezioni regionali per riuscire a cambiare passo rispetto a ciò che non è stato fatto, nonostante ci fossero risorse per fermare quella che era un’emergenza. Dopo 15 anni non si può più parlare di emergenza”.
Lollobrigida ha ricordato che, con il piano “Coltiva Italia”, il Governo ha stanziato 300 milioni di euro per la riconversione degli uliveti in cultivar resistenti alla Xylella: “Negli anni scorsi si è speso tanto senza risultati concreti. L’olio d’oliva è un’economia strategica per il Paese e in particolare per la Puglia”.
Immediata è stata la replica dell’assessore regionale Donato Pentassuglia, che ha negato ogni addebito: “Il decreto sulla Xylella è stato approvato nel 2019 ed è entrato in vigore nel 2020, ma i soldi sono arrivati solo nel 2021 e nel 2022. E sono stati tutti impiegati” ad eccezione di 14 milioni.
La prospettiva di un commissariamento per la Puglia rispetto all’emergenza Xylella non è piaciuta al candidato presidente Antonio Decaro: “Non si può dire a una regione che devi aspettare come vanno le elezioni”, ha detto.
Ma le osservazioni non si fermano. Il candidato alla regione Nicola Gatta, di Fratelli d’Italia, ha spiegato: “Mentre la Xylella ha iniziato a fare strage di ulivi, la Regione Puglia – spiega Gatta – ha affidato incarichi per lo studio del fenomeno non a esperti o enti scientifici, ma, non si capisce bene a quale titolo, a dei semplici frantoi. È questo infatti il contenuto di una deliberazione dell’Arif- agenzia regionale – che nella fase cruciale di analisi, nel 2022, ha deciso di erogare corposi stanziamenti a un semplice operatore economico piuttosto che a un ente di ricerca. Se il batterio si è diffuso senza soluzione di continuità, è anche a causa di scelte incomprensibili dettate, nel migliore dei casi, da evidente approssimazione”.
“La Regione – come istituzione – ha sottovalutato, ridicolizzato e ritardato ogni strategia di contenimento. Ora basta errori, dopo aver sperperato già 300 milioni di euro di risorse pubbliche messe a disposizione dal Governo nazionale, come ho evidenziato ormai mesi fa. Oggi, purtroppo, i fatti mi danno ragione”, ha rimarcato il deputato Giandonato La Salandra. “Dal candidato Decaro e dal Pd neanche una parola in merito, concentrati come sono sulla città di Bari e anche i pentastellati che si battevano per abbracciare gli alberi anziché debellare il fenomeno oggi tacciono. La Capitanata non può più essere lasciata indietro, come ha giustamente sottolineato lo stesso candidato presidente di centrodestra Lobuono”.

Terrore,morte, distruzione, solo questo sapete dire. Siete la gente più depressa e frustrata che abbia mai visto! Quando vi chiudono faranno un favore all’umanità BESTIE!
servono altre pale eoliche e quindi adesso con la Xylella abbatteranno gli ulivi oppure gli danno fuoco (come avviene in Salento e nel Gargano) così poi ripuliscono e costruiscono campeggi, lidi, ecc. niente avviene per caso a questo mondo, purtroppo aggiungo.
Ma guarda che la pala eolica viene costruita nel terreno messo in affitto dal proprietario del terreno. Secondo te ha bisogno del batterio per decidere di disboscare? Ma sempre a fare i complottisti state?
La Xylella è un problema serio, molto serio, e far finta che non esiste non è un modo per affrontare la situazione!