lunedì, Novembre 10, 2025
CronacaPolitica

Doppio trasporto, Teknoservice presenta ricorso: “Bonito non può ordinarci nulla”


Il sindaco non può imporre alcunché alla Teknoservice, piuttosto dev’essere il Consorzio, e al contempo , gli ordini emanati da Bonito “non possono essere adoperati al distorto fine di imporre la regolamentazione economica di un rapporto negoziale”. Così la Teknoservice cita in giudizio Francesco Bonito, che sulla doppia trasferenza dei rifiuti ha chiesto indietro delle somme già erogate proprio a Teknoservice.

Per l’azienda torinese, che per 108 milioni di euro curerà la raccolta e lo spazzamento per i prossimi otto anni a Cerignola e nei Reali Siti, “In forza dello strumento dell’ordinanza contingibile ed urgente, l’ente può solo imporre al privato l’erogazione delle prestazioni nonostante la scadenza del contratto stipulato tra le parti, anche in assenza del consenso da parte dell’impresa a prorogarne spontaneamente gli effetti, ma non può certo imporre alla società un corrispettivo per l’espletamento di quel servizio e tantomeno può farlo rinviando ad accordi contrattuali sulla cui vigenza ed efficacia vi è contesa tra le parti”.

Per gli avvocati “Non è, dunque, legittimo che il Comune di Cerignola usi lo strumento extra ordinem al fine di incidere (anche in parte) sulle condizioni economiche del sevizio”.

Inoltre, vi sarebbe anche un problema di legittimità: a richiedere indietro le somme non dev’essere il sindaco – è la tesi di Teknoservice – ma il Consorzio e l’assemblea dei sindaci che lo compongono: “Non è un caso, del resto, se l’odierna gara di appalto è stata bandita dal Consorzio, al quale lo stesso Comune di Cerignola deve rivolgersi per chiedere di procedere al recupero di somme laddove (a torto) ritenute pagate indebitamente dall’amministrazione comunale”.

I legali di Teknoservice raccontano un retroscena inedito. Proprio nelle ore in cui Teresa Cicolella e Francesco Bonito si affrettavano a dire che il costo della doppia trasferenza era tutta una fake news, “il Comune di Cerignola ha chiesto al Consorzio Igiene Ambientale Bacino FG4 di procedere al recupero di somme che l’amministrazione avrebbe indebitamente «anticipato» per conto di Teknoservice per il trasporto dei rifiuti presso gli impianti di trattamento e smaltimento”.

Il Consorzio, però, ha risposto picche dando perfino ragione a Teknoservice: “Deve ritenersi, dunque, quanto meno non corretto il contenuto della nota quivi riscontrata che si fonda su presupposti giuridici e fattuali non condivisibili, essendo le argomentazioni prospettate non supportate da elementi di diritto o contrattuali, idonei a giustificare la sollecitazione svolta nei confronti dello scrivente affinché richieda alla Teknoservice s.r.l., affidataria del servizio, il rimborso delle spese di trasporto e stoccaggio rifiuti sostenuto dal Comune, intimando nel contempo di provvedere allo storno delle somme dal canone mensile dovuto”.

“Occorre, infine, osservare che – si legge nella relazione del Consorzio allegata al ricorso di Teknoservice – nella nota in riscontro pare confondersi tra i servizi svolti e quanto previsto al punto RT21 della Relazione Tecnica, infatti, mentre l’importo del punto RT21 si riferisce solo al “trasporto rifiuti ad impianto trattamento/smaltimento”, le somme che sono state corrisposte alla Società Ecodaunia risultano, invece, comprensive anche della movimentazione del rifiuto e del loro stoccaggio”.

Alla fine “ballano” seicentomila euro. Per un solo anno. E ora un giudice dovrà stabilire se saranno “persi” o “rimborsabili”. Per gli altri anni, invece, non c’è alcun approfondimento. Le denunce presentata alla Procura di Foggia chissà dove giacciono sotterrate.


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