venerdì, Novembre 7, 2025
Cronaca

Emergenza migranti, la Caritas con i volontari: “Così stiamo limitando i disguidi”


Anche quest’anno la Caritas di Cerignola si ritrova, ancora una volta, a dover gestire il flusso di migranti stagionali presenti nel territorio per la “campagna” dell’uva e dei pomodori.

L’anno scorso, come si ricorderà, don Pasquale Cotugno, referente regionale Caritas, aveva accusato in più occasioni l’inerzia dell’Amministrazione Comunale rispetto a un fenomeno che, a partire da agosto, diventa parte integrante del tessuto sociale cerignolano.

“Quest’anno ci siamo organizzati in maniera diversa. Abbiamo allargato i nostri locali in Piano San Rocco: adesso possiamo accogliere i lavoratori anche all’interno della struttura, con nuovi servizi igienici, e abbiamo esteso anche l’orario di servizio fino alle ore 17:00”, commenta il sacerdote che da ottobre lascerà il suo incarico pugliese per avanzare a Roma in Caritas Italiana quale coordinatore dell’Unità Formazione favorendo processi di animazione comunitaria, formazione pastorale e promozione del protagonismo giovanile e del volontariato.

Giusto il tempo, però, di dover gestire un’altra estate “calda” dal punto di vista dei flussi migratori. Nei giorni scorsi sono comparse le prime tendopoli in via Candela (una prosecuzione di quelle di contrada Santo Stefano).

“La nostra riorganizzazione ha permesso di evitare l’afflusso massiccio sul Piano delle Fosse, dove offriamo anche quest’anno, come l’anno scorso, tra i 150 e i 170 pasti quotidiani”, rimarca don Pasquale.

“Ad aiutarci ci sono anche i volontari dei campi estivi provenienti dal Lazio, dall’Emilia Romagna, dalla Lombardia, gli scout piemontesi. Un esercito di giovani che ci aiutano non solo nei pasti, ma anche nell’assistenza burocratica, nelle visite a Borgo Tre Titoli, nel dialogo costante con i lavoratori stagionali”.

Il fenomeno quest’anno sembra essere più contenuto. Almeno a occhio nudo, ma don Pasquale spiega: “Abbiamo l’impressione che molti abbiano fittato posti letto in alcune case, anche se non ne abbiamo la certezza perché non vogliono dirlo. Probabilmente si tratta di quel fenomeno di affitti a una moltitudine di persone all’interno di pochi metri quadrati. Inoltre – aggiunge il referente Caritas- abbiamo notato un massiccio arrivo nelle campagne di Tre Titoli. Ci riferiscono anche di controlli da parte dell’ispettorato del lavoro nelle campagne, e questo irrimediabilmente finisce per incidere sull’accesso incontrollato nei campi”.

La Caritas, pertanto, anche quest’anno in solitaria ha affrontato un problema la cui risoluzione non viene ancora gestita con soluzioni di sistema, ma solo grazie all’impegno di volontari, molti dei quali peraltro provenienti da altre regioni.


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