L’intervista | Reddavide: “Vogliamo l’unità nel centrodestra, ma bisogna chiarire qualcosa…”

Alle spalle, da poco, un congresso cittadino- il primo per Fratelli d’Italia- molto atteso e soprattutto molto sentito. Lo scarto di 54 voti sullo sfidante Gianvito Casarella ha consegnato a Franco Reddavide, ex assessore e vicesindaco di Antonio Giannatempo, le chiavi del partito.

È stato un congresso all’ultimo voto. Se lo aspettava?

Devo concedere l’onore delle armi a Gianvito Casarella. Come ho detto a scrutinio terminato, questa partecipazione ha dimostrato che siamo un partito vivo. Riconosco il grande lavoro di Gianvito, ma onestamente non ho mai pensato di perdere proprio per il lungo lavoro svolto in questi anni a servizio della comunità. In questi primi giorni da segretario si è avvicinata molta gente che non ha votato o che si era allontanata dal partito. È un buon segnale.

È emerso che la vecchia guardia non è ancora da rottamare.

Io, Giannatempo e tanti altri siamo qui per mettere a disposizione la nostra esperienza, non perchè dobbiamo servirci dei giovani. La nostra squadra è formata da tanti ragazzi, come dimostra la composizione del direttivo. I giovani sono il futuro, noi possiamo dare una mano.

Ora quale sarà il percorso di Fratelli d’Italia?

Inutile negarlo, dobbiamo riunire tutto il centrodestra intorno ad un nome forte ed autorevole che sia la sintesi di tutte le anime.

A proposito, l’interlocuzione con i civici iniziata con la passata gestione continuerà anche con la nuova?

Il discorso col civismo non naufraga ma dobbiamo chiarire alcuni aspetti. L’ossatura del centrodestra sono i partiti che lo compongono, quando apriamo al civismo ovviamente dev’essere un civismo sano, un valore aggiunto che condivida i nostri programmi, non il contrario. Sia chiaro: dobbiamo avere pari dignità, ma con la consapevolezza che FDI è capofila di questa cordata.

Vi incontrerete con i civici?

Io non so non so cosa si sia detto fino ad oggi tra Fratelli d’Italia, Forza Italia e civici, ma sicuramente dovremo cominciare a incontrarci per capire e soprattutto per sapere. Per carità, poi posso condividere un percorso migliore del mio, perchè l’obiettivo è riprendersi Cerignola. La gente è stanca, manca un riferimento amministrativo ben preciso .   

Rispetto a questo, su quale linea si muoverà il partito?

Mi piace ricordare Romano D’Antonio, da lui ho appreso l’arte della politica, un vero galantuomo. Per questo, anche nei modi sarò diverso, non sono per la spettacolarizzazione della politica, ma la faremo senza attacchi personali. Sono per la proposta di una soluzione di un problema. Serve serietà.

Il suo sfidante, Casarella, ha detto che il congresso di FDI è stato caratterizzato da voti esterni e da un tesseramento fatto con soldi altrui. Come risponde?

Io sono contento, anzi auspico che ancora più persone che oggi non sono di FDI possano iscriversi. La gente ha fiducia in noi. Se vado da uno che non è nostro iscritto e gli propongo di iscriversi al partito, accetta per la stima e la fiducia che ripone in me. E questo è un risultato per il partito e per la città intera. È l’essenza della politica perchè noi vinciamo quando andiamo oltre il polo, come diceva Tatarella. Ciò non vuol dire che il partito viene inquinato. Ma se non andiamo oltre il polo, allora riduciamo tutto al clan degli amici, dobbiamo allargare. È chiaro che distinguo l’inquinamento delinquenziale. Etica in politica ti deve porre condizioni per poter dialogare con una persona pulita.

Che giudizio dà, ad oggi, dell’Amministrazione Bonito?

La gente è delusa dall’azione politica in quanto la loro azione politica è arrivata al capolinea. Quando si compiono errori di amministrazione o di valutazione, allora la gente te ne chiede conto. Abbiamo un problema irrisolto della TARI o abbiamo, ad esempio, un problema di viabilità ancora irrisolto. Vuol dire che qualcosa è venuto meno. C i sono falle che prima erano piccole e ora sembrano insormontabili.

Nel centrodestra Franco Metta ha preannunciato la propria candidatura e rumors vorrebbero della partita anche Francesco De Cosmo. Che ne pensa?

Non ci si propone mai, se sei leader allora te lo verranno a chiedere, se ti autoproproni dimostri di avere qualche interesse o ti bruci. In politica si attende l’attimo in cui nel buio si intravede un barlume di speranza. Ma se si fa un’autocandidatura si parte con il piede sbagliato: prima i programmi, poi le persone.

Si dice sempre così: prima i programmi, ma poi…

Ma fare il sindaco non comporta solo onori, anzi. Basti guardare a ciò che sta succedendo in maggioranza in questi giorni, con l’Amministrazione che si ritrova a fare i conti con un eventuale danno erariale.  Ci sono oneri e non onori e basta. È una responsabilità grossissima e va interpretata nel migliore dei modi.

Michele Cirulli