venerdì, Aprile 19, 2024
Cultura

Giornata nazionale per la custodia del Creato il 6 ottobre

Giornata nazionale per la custodia del Creato il 6 ottobre


Si svolgerà giovedì, 6 ottobre 2022, con inizio alle ore 19, nel salone-teatro della chiesa parrocchiale di San Giuseppe a Carapelle (Fg), in occasione della festa patronale in onore della Beata Vergine Maria del Santo Rosario, la celebrazione diocesana della XVII Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, quest’anno centrata sul tema “Prese il pane, rese grazie” (Lc 22,19). Il tutto nel frammento. L’iniziativa, organizzata  dall’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dall’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo, in collaborazione con l’ISDE-International Society of Doctors For Evironment, si pone nel solco di una solida attività di sensibilizzazione della tutela dell’ambiente che la nostra diocesi, ormai da anni, opera abitando il territorio.

Dopo i saluti introduttivi di don Claudio Barboni, parroco di San Giuseppe, e dell’avv. Gaetano Panunzio, direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale, il dott. Gaetano Rivezzi, rappresentante Medici per l’Ambiente-ISDE Italia, e la dott.ssa Rosa Pedale di Medici per l’Ambiente-ISDE Foggia, animeranno il dibattito su ecologia ed ambiente, evidenziando gli effetti che l’incuria umana procura sul creato. Modererà l’incontro Antonio Mogavero, animatore di comunità del Progetto Policoro.

“Quante cose sa dirci un pezzo di pane! Basta saperlo ascoltare. Purtroppo il pane ci sembra scontato: è talmente ‘quotidiano’ da non attirare il nostro sguardo. Non si apprezza, si usa; non si guarda, si mangia. Lo consumiamo automaticamente, senza badarci”, affermano i Vescovi nel Messaggio per la Giornata, invitandoci a ritornare al gusto del pane: “spezziamolo con gratitudine e gratuità, più disponibili a restituire e condividere. Così ci è offerta la possibilità di sperimentare una comunione più ampia e più profonda: tra cristiani anzitutto, in un intenso respiro ecumenico; con ogni credente, proteso a riconoscere la voce di quello Spirito di cui la realtà tutta è impastata; con ogni essere umano che cerca di fondare la propria esistenza sul rispetto delle creature, degli ecosistemi e dei popoli”.

Fonte di ispirazione e di riflessione sono anche le parole di papa Francesco: “Non si può non riconoscere – afferma il Pontefice – l’esistenza di un ‘debito ecologico’ delle nazioni economicamente più ricche, che hanno inquinato di più negli ultimi due secoli; esso richiede loro di compiere passi più ambiziosi sia alla COP27 che alla COP15. Ciò comporta, oltre a un’azione determinata all’interno dei loro confini, di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere, che stanno già subendo il peso maggiore della crisi climatica. Inoltre, sarebbe opportuno pensare urgentemente anche a un ulteriore sostegno finanziario per la conservazione della biodiversità. Anche i Paesi economicamente meno ricchi hanno responsabilità significative ma ‘diversificate’; i ritardi degli altri non possono mai giustificare la propria inazione. È necessario agire, tutti, con decisione. Stiamo raggiungendo ‘un punto di rottura’” .

“La simbologia del pane, così cara alla nostra Chiesa, acquista un significato ancora più profondo nei nostri biondi campi, che producono il grano, fonte di vita – afferma l’avv. Panunzio –. Tuttavia nel corso degli anni, abbiamo perso il senso del valore di quel pane e del lavoro che ne è all’origine: dalla coltivazione del grano alla cottura della pasta. Quando si cammina per ore ed ore per questa campagna, davvero si sente che non esiste altro che quella distesa infinita di terra – la verde muffa del grano o dell’erica e quel cielo infinito. Cavalli e uomini sembrano formiche. Non ci si accorge di nulla, per quanto grande possa essere, si sa solo che c’è la terra e il cielo. Tuttavia, in veste di piccola particella che guarda altre piccole particelle – per trascurare l’infinito – ogni particella risulta essere un Millet”. Questa immagine poetica dell’artista Van Ghog – continua Panunzio – si scontra con il grido di una Terra che chiede aiuto contro le violenze dell’uomo”.


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