giovedì, Aprile 18, 2024
Cronaca

Riapertura bar: “La gente lo aspettava, ma per noi è dura”


Riaprono i bar: “La gente lo aspettava, ma per noi resta dura”

Anche a Cerignola c’è la riapertura dei bar, ristoranti, pub almeno per il servizio d’asporto: si entra, si effettua l’acquisto e si esce rapidamente. È questo quanto ha previsto l’ordinanza del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha anticipato la Fase 2 tracciata dal governo Conte.

Questa mattina, dunque, sono stati diversi i bar, a Cerignola, ad aprire i battenti pur in forma ridotta e limitata. In Via Piave, dopo più di un mese, ha alzato la serranda anche il Bar Teasto:  “Da domani cerchiamo di essere operativi anche con cornetti, oggi abbiamo fatto solo caffetteria. Però ovviamente solo asporto e domicilio: entra una persona, ritira ciò che ha ordinato e va via. Siamo tornati operativi, per così dire”, commenta il titolare dell’attività, Michele Teasto.



“La gente sta venendo, non numerosa come nei giorni normali, ma qualcuno si affaccia, vuole caffè, ovviamente tutto da consumare all’esterno. Vicino a noi ci sono attività commerciali e uffici, loro soprattutto hanno manifestato un certo entusiasmo. I caffè delle macchinette, diciamolo, non sono il massimo. La gente vuole tornare alla normalità, non vedeva l’ora. Siamo italiani, siamo drogati di caffè” aggiunge Teasto.

Ma gli effetti del lockdown rimangono drammaticamente intatti, anche ora che la riapertura dei bar, anche a Cerignola, può significare una boccata d’ossigeno. Le spese rimangono in piedi, le entrate sono state annullate in due mesi e ora ridotte al minimo. “Rimane dura, ho aperto da un anno, ho affrontato un investimento, non ho uno storico alle spalle. Mi sono tenuto regolare con l’affitto di casa, del locale e con il pagamento dei dipendenti. Il dato preoccupante è sulla ripresa. Di certo non possiamo vivere su 30 caffè al giorno. L’impatto è pesante. A questo – conclude Michele Teasto – ci sono da aggiugnere i costi di gestione del commercialista, le spese di corrente, il costo della vigilanza. Tenere in piedi un’attività senza percepire un euro è difficile. Cerchiamo di cavarcela, ma non si può andare avanti così”.



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