martedì, Aprile 23, 2024
Cultura

Suicide Squad, quella sporca dozzina di supercattivi

[LUMIERE EXPRESS] L’attesa è finita. In parte fomentata dal tam tam elefantiaco di media partner, un po’ grazie alla grancassa dei fan dei fumetti, il giocattolone ipercromatico sbarcato nelle sale italiane il 13 agosto era stato spacciato per il film dei film del versante cinecomic. Mai delusione è stata così cocente, come in questo caso.

 

Certamente l’intero carrozzone ha i suoi pregi. La rivisitazione dei villain protagonisti non è certo da Nouvelle Vague francese, ma all’interno dei meccanismi da mainstream è in parte riuscita. Ogni personaggio è ricostruito con un background che permette di intuire la nascita della vocazione maligna che lo contraddistingue : c’è chi ha mantenere una moglie malata e chi invece ha un passato di ragazza complessata e fragile, riscattata dall’ascendente perverso di un mostro. Eppure è proprio la mimica corporea esagerata e manieristica di certi membri del cast che sfigura l’insieme. Siamo ad anni luce di distanza dall’elaborazione iper-intellettualistica di Nolan, e in effetti il film è stato architettato per rientrare nel filone inaugurato dall’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder e proseguito dal derby supereroistico di Batman vs Superman “ the dawn of Justice. Eppure che un qualcosa che non convince. Perchè insistere sul lato sexy di Will Smith e dello stesso Joker targato Jared Leto? In fin dei conti, il fascino perverso del male si è sempre declinato in una forma di horror estetizzante, di certo non con super macho depilati.

E poi c’è un errore grande quanto una casa. Negli intenti dello sceneggiatore, c’era quello di creare un atmosfera non avulsa completamente dalla realtà . Il verità , l’ambiente militare del Pentagono nel film è reso molto bene, ma perchè poi ad una squadra di inviati del governo vengono dati costumi di carnevale pacchiani e privi del benchè minimo senso di gusto? Vattelapesca.

Non sarebbe equo tralasciare la performance di Jared Leto, il quale però è stato ampiamente maltrattato in fase di post produzione, con un taglio drastico del proprio minutaggio. Mi domando che cosa passasse per la mente dei produttori esecutivi quando hanno pensato di tagliare le parti del personaggio più atteso per poi farne un mucchio e inserirle nella prossima uscita in DVD. Ma stiamo delirando? Seppur straordinaria, Leto non avrebbe potuto fare granchè senza mescolare le precedenti interpretazioni di Jack Nicholson e Heath Ledger. In una sequenza, vediamo Joker contrattare affari con gli amici degli amici, proprio come farebbe il gangster variopinto al quale prestò il volto Shining Jack. E in un’altra, vediamo praticare un po’ di strano sado con Harley Quinn, proprio come farebbe il Joker del compianto attore australiano. Insomma, il premio oscar per Dallas Buyers Club ha pensato bene di fondere entrambe le rese precedenti per creare un cocktail riuscito solo in parte, perchè quel che stona, nell’economia psicologica di Joker, è il tentativo convulso di ricongiungersi alla sua amata, che in realtà  non rispecchia molto la morale prettamente utilitaristica del Joker a fumetti. Ma in fin dei conti, una variazione sul tema ci può stare.

Possiamo tranquillamente bypassare l’interpretazione di Cara Delevingne, che ha veramente dato per il suo personaggio dell’Incantatrice il minimo sindacale. Ma forse, per una super top model nel pieno dell’attività , non c’è stato abbastanza tempo per costruire un personaggio credibile. Tra l’altro, neanche il suo fianchè, col volto di Joel Kinnaman, non brilla, nonostante le notevoli interpretazioni in Child 44 nella discreta interpretazione del reboot di Robocop.

Alla fine, i flashback riguardanti il passato dei protagonisti sono i veri passepartout cinematografici del film. Perchè l’intreccio narrativo è veramente risicato e ripetitivo.

Quando riaprirà  il cinema, andate pure a vederlo senza aspettarvi lo spettacolo pirotecnico. E poi, un commento musicale del genere, con pezzi dei Rolling Stones, vale un colpo d’occhio.
Enrico Frasca
 

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