martedì, Aprile 23, 2024
Cronaca

I binari unici “”senza fine”” della Capitanata

Le vittime accertate sono state 23, i feriti oltre 50, numerose le dirette, le analisi e le interpretazioni; ancora da chiarire fino in fondo i motivi del disastro sul tratto Andria-Corato; un’inchiesta della Procura di Trani per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo ed una indagine interna sull’allargamento della tratta, in realtà  poi mai concluso effettivamente.

 
Probabilmente a dilaniare il cuore della Puglia, con i treni che hanno impattato alla velocità  di 106 km/h, è stato un difetto di comunicazione dovuto a standard di sicurezza obsoleti. Mentre il dolore e la ricerca della responsabilità  prendono corpo sulla scena dello scontro, uno degli interrogativi riguarda la pericolosità  “ vera o presunta- dei binari unici.
In quel momento un treno era di troppo, la frase fin troppo scontata fuoriuscita dalle campagne che hanno inghiottito le lamiere dei vagoni e che ha lasciato scoprire all’Italia intera che sono 9.961 i chilometri di rete ferroviaria a binario unico e 7653 a doppia corsia. Ma come siamo messi nella provincia di Foggia? Quali standard di sicurezza accolgono i treni? Quali tratti sono più sicuri e quali meno?
La premessa condivisa- spiegano sindacalisti e addetti ai lavori- è che in provincia di Foggia, come quasi in tutta Italia, gli standard di sicurezza sono lontani dal blocco con dispaccio telefonico, che avrebbe provocato la distruzione dei due convogli nel tratto di Andria. Per quanto riguarda le tratte gestite da RFI sono due, in provincia di Foggia, i sistemi di sicurezza utilizzati. Il blocco conta assi, che attraverso il calcolo degli assi produce il distanziamento e la protezione dei treni; Blocco elettrico Automatico a Correnti Codificate, che riduce l’intervento dell’uomo nel controllo; ed il Sistema di Controllo della Marcia Treno, attraverso il quale un tecnologia che monitora da terra e a bordo del treno, riferisce a l’Attacco  Vincenzo Cataneo, segretario regionale di Fast Confsal Puglia e Basilicata.
La galassia dei binari unici, dove andata e ritorno si alternano con soste programmate per lasciar transitare questo o quel treno, è stata interessata anche da interventi di natura migliorativa. Come nel tratto della morte, quello di Andria- Corato, anche la provincia di Foggia si trova a contare reti su un unico binario come i tratti Foggia-Lucera, Foggia-Manfredonia, Foggia-Potenza o Termoli-Lesina.
Alcuni interessati da finanziamenti per ampliamento, proprio come quella strada in ferro che aspettava di essere raddoppiata, tra Andria e Corato, e che invece ha generato una vera e propria strage. Per quanto riguarda gli spezzoni a bassa intensità  di traffico come la Foggia-Manfredonia, non ci sono progettualità  all’orizzonte; diversa, invece, è la situazione per quanto concerne la Foggia-Potenza che sarà  interessata da lavori di elettrificazione e ammodernamento, informa il segretario della FAST Confsal Puglia-Basilicata. Il tratto Foggia-Lucera, che quotidianamente serve circa 2000 passeggeri, al momento non prevede novità  o progettualità  di raddoppiamento.  Mentre può dirsi definitivamente abortito l’idea del trenotram, utile a congiungere la pentapoli con mobilità  urbana ed extraurbana, proprio alla maniera delle Ferrovie del Nord Barese.
Ma anche il Patto per il sud ha limato il progetto dalla lista delle priorità : Sarebbe stata una struttura gemella a quella del nord barese, perchè sarebbe servita a collegare le cinque principali città  della Capitanata sia dall’interno che all’esterno, ma dal 2007 ad oggi non è stato prodotto niente, nonostante l’idea fosse contemplata nel piano regionale dei trasporti, ricorda Vincenzo Cataneo.
La situazione in provincia di Foggia non presenta particolari problemi, anche perchè i ritratti su binario unico sono per lo più in via di raddoppio ed in via di risoluzione. C’è da stare tranquilli, si viaggia sicuri, fa eco Claudio Zingariello della Federazione Ferrovieri Cisl. La mente corre subito alla tratta Termoli “ Lesina, di interesse nazionale e non locale, precisa il sindacalista, sui cui lavori si è in partita da diversi anni.  è stato finanziato il tratto Ripalta“Lesina con un importo di 106 milioni di euro a fronte di un investimento più grande, che copra Puglia e Molise, di oltre 500 milioni di euro, e che potrebbe far registrare ulteriori aumenti se- come vorrebbero dirigenti molisani- a quel primo stralcio finanziato con fondi europei fossero introdotte variazioni sostanziali (una galleria artificiale ed una naturale) sugli altri tratti ferroviari.
Michele Cirulli
 

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