Brexit, cosa cambia per gli italiani residenti nel Regno Unito
E Brexit fu. Il referendum consultivo andato in scena giovedì in Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles ha decretato la volontà dei cittadini “ poco più del 52% – di voler abbandonare l’Unione Europea.
Cosa cambia, ora, per i tanti italiani presenti nel Regno Unito?
In queste ore, catastrofisti e complottisti sono moltiplicati in maniera esponenziale, ma a sentire le fonti diplomatiche italiane e comunitarie, almeno per i prossimi due anni, non dovrebbero esserci grossi stravolgimenti nelle vite degli expat, termine autoidentificativo usato dai nostri connazionali all’estero.
Assistenza sanitaria, mercato del lavoro, studio, progetto Erasmus: per i prossimi due anni, rimarrà tutto praticamente identico, come fanno sapere l’Ambasciata Italiana a Londra, il Ministro Gentiloni più decine di altre organizzazioni europee ed italiane.
Ma tra due anni, qualcosa “ forse più di qualcosa “ potrebbe cambiare la vita di, come chi vi scrive, vive a Londra.
Studio e lavoro
Sono tanti i cittadini italiani presenti nel Regno Unito che già lavorano o studiano da tempo. Stando a quanto si apprende da fonti governative, chi ha già un lavoro e il Nin (National Insurance Number, obbligatorio per lavorare OltreManica) non dovrà fare altro che richiedere un visto, specificando che già svolge una qualunque professione legalmente retribuita nell’Uk.
Diverso discorso per gli studenti: il visto sarà temporaneo e legato esclusivamente all’intera durata degli studi. L’Erasmus potrebbe non riguardare più il Regno Unito. Ma, soprattutto, chi vuole studiare e chiedere il prestito destinato agli studenti universitari per pagarsi la retta “ circa novemila sterline “, che può essere restituito dopo il conseguimento del titolo accademico in comode rate, dovrà sapere che questo finanziamento potrebbe essere limitato ai soli studenti britannici.
Sanità
Se un cittadino europeo ha bisogno dell’assistenza sanitaria in un qualunque altro Stato membro, si reca in ospedale o in pronto soccorso e riceve le cure richieste. Proprio come in Italia. Stessa cosa accade in Svizzera, che ha stretto rapporti speciali con gli stati dell’Unione Europea, pur non facendone parte. In Regno Unito, per i prossimi due anni tutto filerà liscio come in passato, mentre dal 2018 il sistema potrebbe cambiare a seconda dei patti che Uk e Ue stipuleranno nei prossimi tre mesi (o nel prossimo biennio).
Turismo
Ryanair aveva promesso sconti in caso di vittoria del Remain. Niente da fare. Dopo il 2018, inoltre, servirà un passaporto per soggiorni di piccola durata e un visto per soste più lunghe.
Queste, al momento, sono ipotesi assai accreditate. Il tutto verrà reso ufficiale solo al termine delle trattative che l’Ue avrà con Cameron e i primi ministri di Scozia, Irlanda del Nord e Galles. Da quel tavolo, usciranno novità che potrebbero stravolgere lo scenario appena descritto oppure apporre solo lievi modifiche all’attuale sistema turistico, sanitario, occupazionale.
Inutile dire che la partita importante si gioca sul campo economico, ma per quello ci vorrebbe un altro articolo…
Giuseppe Fabio Ciccomascolo