I boomerang di Metta: politica, amministrazione, giustizia
A dieci mesi dall’ingresso a Palazzo di Città , l’amministrazione di Franco Metta sembra aver dissipato il bottino di consenso accumulato in sette anni di militanza cicognina. I cittadini si ribellano al leader che meglio li ha rappresentati nell’ultimo quinquennio e i cavalli di battaglia su legalità , meritocrazia, prestigio dell’istituzione e trasparenza si sono trasformati in velocissimi boomerang che rischiano di liquefare la credibilità del primo cittadino e della sua squadra di governo.
Dall’aspetto politico a quello amministrativo e giudiziario, sono almeno tre i guai con cui Metta deve fare i conti mantenendo un occhio sulle promesse elettorali e l’altro sulle leggi.
SIA srl. Il tema del ballottaggio è stato quello dei rifiuti in discarica. Nel primo intervento da sindaco di Cerignola, Franco Metta ha detto che fino a quando ci sarò io, il sesto lotto non si farà . Una promessa che non ha tenuto conto del piano regionale dei rifiuti, dell’AIA già incassata nel 2014 nella quale sono previste le autorizzazioni per l’ampliamento dei lotti e l’adeguamento del biostabilizzatore e del Consorzio che è composto da 9 sindaci che, in quota parte, possono decidere sul destino dell’azienda. I 10 mesi hanno prodotto un avviso di garanzia (il tribunale del riesame non avrebbe accettato il ricorso di dissequestro, stando alle tempistiche) nei confronti di Metta e del suo direttore generale Michele Centole e del suo presidente del Cda Giuseppe Devenuto (oltre ad un tecnico Sia srl). Accusa: aver gestito illegalmente proprio l’impianto con la creazione di una discarica abusiva. E dopo aver promesso ai cittadini Sesto lotto, mai, adesso si appresta a dare l’okay in qualità di Presidente del Consorzio. E mentre il suo collega e amico Antonio Tutolo, sempre sui rifiuti, ha richiesto l’intervento del Procuratore della repubblica De Castris per scongiurare il rischio infiltrazioni criminali, Franco Metta accetta di farsi carico dell’eventualità che potrebbe verificarsi in contemporanea con l’inizio dell’emergenza che corrisponde con l’esaurimento delle volumetrie del quinto lotto dell’impianto Forcone Cafiero. è proprio questo il pericolo che sia l’ex sindaco di Cerignola, Antonio Giannatempo, che il presidente di regione Michele Emiliano hanno sottolineato in più battute: l’ambiente è pericoloso. A Cerignola ancor di più.
Tecnostruttura&politica. Se la maggioranza è sull’attenti agli ordini di Metta, e pur tra continui mugugni non riesce a far valere il valore dell’autonomia, la giunta- fatta di assessori alla prima esperienza- oltre ad eventi ludici non sta producendo il Cambiamento sperato. è attivo solo il terzo piano, quello dell’urbanistica, dove in più battute i carabinieri si sono recati per prelevare dei documenti (cimitero in primis). Nel frattempo la tecnostruttura lo ha praticamente sbranato e da leone Metta s’è trasformato in agnellino. Aveva promesso di fare piazza pulita dei dirigenti denunciati in passato, ma, a parte Custode Amato, andato in pensione, nulla è cambiato, Anzi, il primo cittadino ha trasferito Daniela Conte (sua nomina di luglio) e ha riabilitato Clorindo Izzillo, adesso nuovo Rup del project financing dell’ampliamento lato est del cimitero. Il tutto mentre la parentopoli inizia a dilagare anche nella gestione civica.
Rapporto con i cittadini. La pancia dell’elettorato è quella più feroce e che quotidianamente annota le mancanze dell’amministrazione. Metta ha perso la verve ed arriva stanco andando allo scontro ripetutamente anche con i cittadini. Ieri ha parlato di minacce riprendendo un post di Facebook di una signora che, preoccupata per la salubrità dell’aria, in maniera inelegante ha scritto che se si ammala lui o qualche suo familiare vedete come si muove a trovare una soluzione. Da qui il primo cittadino ha parlato di intimidazioni, minacce, mostrando in più riprese fatica e stanchezza. Il suo punto di forza, il rapporto con i cittadini, sembra essere il suo tallone d’Achille.
Michele Cirulli