Tutte le contraddizioni del piano di riordino ospedaliero
Manifestazioni di piazza, recriminazioni politiche, pellegrinaggi in Regione. Dopo l’annuncio del piano di riordino ospedaliero la Puglia e la provincia di Foggia sono letteralmente andate in tilt per il cambio della geografia sanitaria.
Nel foggiano è Lucera a rischiare l’estinzione, mentre San Severo e Cerignola vanno incontro al declassamento da struttura di primo livello a struttura di base, con Foggia in cima alla piramide come ospedale di secondo livello.
Le rassicurazioni della vigilia hanno dovuto fare i conti con il decreto 70 del 2015 e con la legge europea che prevede nuove turnazioni in corsia, oltre alla legge di stabilità che rappresenta un’altra scure per tutti i presidi ospedalieri che abbiano un deficit superiore al 10%.
Così, nei mesi in cui il Governatore ha scritto la legge e si è visto bocciare il piano per due volte dal Ministero della Salute, la classe politica è rimasta a guardare in silenzio, salvo oggi accorgersi che il riordino c’è, è reale ed incide sul territorio. Hub&SpokeIl modello è pensato per porre una cintura intorno agli ospedali di secondo livello della provincia di Foggia: Riuniti e Casa Sollievo, in modo da attivare delle procedure che limitino l’accesso improprio nei nosocomi attraverso il filtro delle strutture intermedie e dei territori. Appena due settimane fa, però, il pronto soccorso dell’azienda universitario ospedaliera Riuniti è andato ko: troppi accessi imprevisti, troppi pazienti giunti in viale Pinto e troppi codici verdi, ossia pratiche da sbrigare in altre strutture del territorio. Così, per due settimane gli interventi programmati sono stati bloccati per garantire massima sicurezza nell’emergenza “ urgenza. Riusciranno i Riuniti di Foggia a reggere l’onda d’urto delle sforbiciate di San Severo, Cerignola e Lucera? Continuo a pensare che sia il modello giusto, spiega Vito Piazzolla, mentre il direttore degli OORR, Antonio Pedota, preferisce il silenzio fino all’ufficializzazione del Piano. Lecce intoccabileProprio su queste colonne il direttore generale della Asl Fg, Vito Piazzolla, diceva: La Capitanata ha una condizione orografica molto particolare, non siamo come la provincia di Lecce o di Bari. Anche l’ex assessore alla sanità della regione Puglia, Elena Gentile, durante i lavori di un consiglio monotematico a Cerignola, spiegava la logica dell’ospedale sotto casa: A Lecce ci sono ospedali ogni 20 km, non è una logica possibile. Risultato? Dei nove ospedali tagliati in Puglia, si sono salvati solo quelli leccesi. Eh, chiedetelo alla tecnostruttura il perchè, replica amareggiato Piazzolla. Adesso lasciamo che la politica faccia il suo lavoro. Posso solo dire che San Severo Cerignola, stando sulla direttrice Foggia, sono due strutture che servono per drenare una serie di attività di rilievo per non congestionare i Riuniti e Casa Sollievo. Abbiamo più volte posto l’accento sulla specificità dei territori- dice il direttore generale- ma ora dobbiamo capire. Adesso dobbiamo interloquire, anche se mi è stato assicurato che nei contenuti non cambierà niente. Questa è una fase di dialogo, basti pensare che in Piemonte il piano è stato rimbalzato sei volte. Derby Cerignola-San Severo per mantenre il 1° livello?La provincia di Foggia è l’unica, in Puglia, sprovvista di strutture di primo livello. San Severo e Cerignola, difatti, hanno perso lo status e secondo quanto previsto dal decreto 70/2015 potrebbero perdere le specialità finendo per ottenere: il pronto soccorso, la medicina interna, chirurgia generale, ortopedia e i servizi (senza posti letto) di radiologia, laboratorio, emoteca anestesia. Gli altri reparti, dunque, spariranno nonostante gli investimenti recenti. Al Tatarella tra pista per elisoccorso (che comunque rimarrà ), reparto di Fibrosi Cistica, reparto oncologico, centro per l’autismo si sono spesi oltre 4 milioni di euro negli ultimi tre anni. Al Masselli Mascia la nuova emodinamica è costata circa 1.2 milioni di euro e quelle attrezzature potrebbero cambiare sede. Per ospedale di primo livello si intendono strutture che abbiano capacità ricettive tra 220-240 posti letto. Cerignola conta 180 posti letto; San Severo, con conseguente annessione di Lucera, rimane negli standard. Manifestazioni Mentre a Cerignola domenica mattina è andata in scena una manifestazione pro-Tatarella, anche se poco partecipata ed estemporanea, per mercoledì è previsto consiglio comunale ad hoc; giovedì ci sarà una ulteriore protesta e ieri è stata richiesta udienza da Emiliano. Fa prima, invece, Francesco Miglio, sindaco di San Severo, che si è catapultato a Bari. Antonio Tutolo, sindaco di Lucera, promette che non lascerò niente al caso. Mentre i territori iniziano a mobilitarsi, schierando associazioni di categoria, medici, sindacati a difesa dei presidi ospedalieri, il consigliere regionale Giannicola De Leonardis propone una chiave di lettura alternativa del decreto 70 alla luce del tetto massimo di 3.7 posti letto per mille abitanti. Nella provincia di Foggia sono presenti la seconda e la terza struttura regionale per dimensioni e con caratterizzazione extra-provinciale, le cui dotazioni – così come dovrebbe avvenire per il Policlinico di Bari e gli IRCCS – dovrebbero essere quindi considerate regionali e non locali, e quindi fuori dal computo del parametro previsto del 3,7 per mille. Il ruolo dei privatiDe Leonardis indaga anche sul ruolo che Casa Sollievo potrebbe avere sul territorio della provincia di Foggia: Ancora, va contestualmente definito e chiarito il ruolo delle strutture private, ˜complementari al sistema pubblico’ ma non rientranti nella Rete Emergenza “Urgenza, come Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. E già queste considerazioni determinerebbero il rientro a pieno titolo della provincia di Foggia negli standard indicati, senza sforamento alcuno e consentendo così un’articolazione di strutture ospedaliere in grado di rispondere pienamente ai bisogni assistenziali del territorio, senza tagli traumatici e non più giustificabili. Auspicando una revisione in toto della bozza, il consigliere centrista incentra l’analisi sulle caratteristiche orogeografiche particolari “come il Subappennino e il Gargano, per le quali il regolamento prevede espressamente deroghe (di fatto dimenticate e ignorate dal Piano di Riordino presentato dall’esecutivo regionale) ai bacini di utenza fissati, e la dotazione delle discipline minime previste per tutti i punti di accesso più vicini. Infine, ed è l’aspetto che suscita interrogativi ancora più inquietanti, alcuni dati inerenti volumi ed esiti in determinati reparti e ospedali – allegati a corredo della relazione – sarebbero errati e discordanti da quelli effettivamente registrati. Investimenti per la ASL di Foggia Nell’ambito della programmazione regionale (POR Puglia 2014-2020), grazie ai 73 milioni di euro di finanziamenti ottenuti con fondi FESR e FSE, saranno ampliate le dotazioni strutturali e strumentali dei servizi distrettuali in modo da aumentarne l’accessibilità e migliorare la qualità della vita e la salute della comunità . L’Obiettivo Tematico IX, in particolare, permetterà di completare il piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e trasformati in Presidi Territoriali di Assistenza (PTA), di realizzarne di nuovi e di utilizzare e/o adeguare le strutture che erogano servizi per l’assistenza distrettuale quali, ad esempio, poliambulatori specialistici, consultori. Si punterà al potenziamento delle dotazioni tecnologiche dei servizi di diagnostica specialistica e chirurgia ambulatoriale distrettuali e all’ammodernamento della rete dei punti di raccolta del sangue. In programma l’ampliamento del servizio di telemedicina e il completamento della filiera dei servizi territoriali.