Anche Di Molfetta non prenderà il regalo d’addio: le ultime parole da Vescovo
Ventimila euro per comprare una automobile ed un trittico iconografico da donare, rispettivamente, al vescovo entrante e al vescovo uscente. Monsignor Renna, che oggi ufficialmente si insedierà nella Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, non ci ha pensato su nemmeno per un secondo.
A poche ore dalla notizia dell’arrivo di una Opel Astra nel suo garage, proprio attraverso queste colonne ha fatto sapere che quel dono non sarà nella disponibilità del vescovo e, stando ai rumors, potrebbe finire in donazione alla Caritas. La decisione del neo vescovo della Diocesi è servita più che altro da esempio: giovedì sera, nella cattedrale di Ascoli Satriano, Felice Di Molfetta ha dato l’annuncio: Donerò il trittico iconografico alla Diocesi. Non prima di essersi difeso dalle accuse nel giorno della celebrazione di San Potito Martire, paragonando in maniera audace il cammino del santo e quello del vescovo.
Come si ricorderà , il comitato di accoglienza istituito per l’arrivo di mons. Renna, a novembre scorso, ha dato vita ad un vero e proprio tariffario (causale per il bonifico: contributo omaggio ai vescovi) che ha stabilito in quantum per ogni parrocchia, a seconda del numero dei fedeli ad essa afferente. L’obolo previsto dal vicario del vescovo Di Molfetta, don Carmine Ladogana, ha previsto una quota minima di 300 euro fino ad una quota massima di 650 euro. L’impegno economico, calcolato dall’economo con Vincenzo Dercole, non è gravato solo sui parroci, ma su tutti i sacerdoti che “ per dare l’addio e il benvenuto ai vescovi- hanno dovuto pagare 300 euro a testa. Risultato: anche Di Molfetta, seguendo l’esempio del suo successore, ha evitato di accettare quell’opera d’arte pensata come regalo da Ladogana.
Raccontando la vita di San Potito Martire , pagano convertitosi al Cristianesimo e per questo martirizzato dall’Imperatore Antonino Pio, durante la sua ultima omelia a capo della Diocesi di Cerignola “ Ascoli Satriano, Di Molfetta ha trovato modo di citare la figura dell’ Episcopus martirys, ovvero del vescovo martire, probabilmente in uno slancio autobiografico. Contro le sue scelte, infatti, si sono scagliate dapprima 7000 persone, che hanno apposto la propria firma per evitare che Di Molfetta costruisse una cripta al di sotto della Cattedrale, poi lo sfaldamento del mondo ecclesiale ha contribuito a fare il resto, così come la discesa in campo della Chiesa in favore di Metta ha diviso creando momenti di forte tensione (la rissa don Carmine Ladogana “ Michele Romano, assessore dell’allora giunta Giannatempo, ne è stato un esempio). Così oggi anche l’amministrazione comunale targata Franco Metta dovrà dare l’addio al proprio ideologo. Il saluto, via social network, è quasi struggente: Una profonda genuflessione. Il bacio devoto dell’anello. L’abbraccio filiale. Una sola parola. Grazie.
Nel primo pomeriggio si volterà pagina, o quasi, perchè si fanno sempre più insistenti quelle voci che vorrebbero Felice Di Molfetta ancora a Cerignola (nonostante la sua residenza sia a Terlizzi, città natia). Secondo i bene informati, infatti, il vescovo uscente avrebbe chiesto ancora qualche giorno prima di abbandonare definitivamente la città con la quale ha avuto un rapporto quanto meno controverso. Per alcuni semplici disguidi tecnici dovuti alla sua abitazione barese; per altri un tentativo di rimanere nella Curia che ormai sente sua. Probabilmente, però, già in serata dovrà fare le valigie per lasciare posto a Renna. Che, da parte sua, avrebbe già fatto sapere di volere una nuova soluzione per il suo appartamento, che sarà “ dicono fonti interne- all’interno di alcuni locali oggi adibiti da Di Molfetta a biblioteca (che ha donato alla Curia), e che prima fungevano da casa degli ospiti. Una dimora non sfarzosa, di certo piccola rispetto a quella in cui fino ad adesso ha vissuto Di Molfetta e che sarà destinata ad altra funzione dal nuovo capo religioso della comunità Cerignola-Ascoli Satriano. La nuova era nella Chiesa di Cerignola-Ascoli è appena arrivata. Riuscirà monsignor Renna a ricucire i rapporti tra fedeli e figure ecclesiali?
Michele Cirullitratto da l’Attacco del 15 gennaio 2016