Ognuno fa ciò che vuole: se l’attacco alla legalità parte dalle istituzioni
L’attacco frontale dell’amministrazione Metta alle forze dell’ordine e ai presidi di legalità è costante. Il clima teso che si respira in città proviene da lontano ed oggi si concretizza in denunce, in calunnie conclamate, in veri e finti gesti intimidatori, in uscite pubbliche di delegittimazione delle forze dell’ordine.
Ai problemi di ordine pubblico, si aggiungono le proteste veementi dei genitori contro le istituzioni scolastiche sul caso mensa, che stanno impensierendo anche i docenti, che invitano a contenere la rabbia evitando di sfociare nell’illegalità . Cerignola è sotto pressione e la sensazione è che basti veramente poco per far saltare il tappo.
Sindaco contro la polizia. A luglio scorso, tiratissimo per la vittoria elettorale, Franco Metta spara a zero, a mezzo social, contro le forze dell’ordine: Scippi. Rapine stradali. Cittadine inseguite nei portoni da criminali senza paura. Controllo del territorio: zero assoluto. Lo Stato ci dia supporto. La città è stanca. Io sono stanco, cinguettava il sindaco. Alla esternazione, rispose, in maniera risentita, anche il commissario del locale commissariato, il vicequestore aggiunto Loreta Colasuonno, assicurando che i suoi uomini, da sempre, fanno anche di più di quello che dovrebbero o potrebbero fare.
Accuse non sono state isolate, ma sistematiche. Metta, tampinato da Gerardo Bevilacqua e dai Ribellioni, attacca nuovamente le forze dell’ordine: Non mi sento affatto tutelato, perchè viene tollerata questa presenza. Ma come spesso accade, anche nella denigrazione pubblica del lavoro delle forze dell’ordine si riflette l’effetto domino. Durante l’incontro genitori-amministrazione comunale, più volte la consigliera comunale cicognina Loredana Lepore ha pubblicamente fatto ironia sul lavoro dei poliziotti: Ma non dovevate garantire l’ordine pubblico?, diceva al microfono durante le proteste di Bevilacqua rivolgendosi alla Digos. Poi l’attacco anche ai vigili urbani ed il battibecco con uno di questi.
L’attacco a Libera. Quando Libera, nomi e numeri contro le Mafie “ a giugno scorso- fece notare al sindaco Metta di essere in ritardo per l’applicazione della delibera trasparenza del circuito Riparte il Futuro, Metta si prodigò in un imbarazzante profluvio di ingiurie verso il referente locale don Pasquale Cotugno e verso i giornalisti che avevano riportato quel comunicato stampa: E quello don Pasquale strumentalizza, mente per omissione, e detto sinceramente, prova ad infastidire il Sindaco, che ha ricevuto idee e progetti in tema di legalità . Minacciando di rivolgersi al vescovo per l’insolenza del prete antimafia, proseguì dicendo che don Pasquale Ha voluto mandare a carte quarantotto questo evento di legalità che avrebbe avuto risonanza nazionale. Che misero piano. Che peccato mortale verso la Città di Cerignola. In tutto ciò, Metta non ha mai aderito al piano di Libera, pur sostenendo il contrario, e non ha mai messo online “ come previsto dall’associazione- la sua situazione reddituale, patrimoniale e il casellario giudiziale. Dopo gli insulti, a don Pasquale Cotugno arrivò la solidarietà personale di Don Luigi Ciotti.
Imbecille chi denuncia. Un clima teso, dicevamo, anche frutto di esternazioni da bar dello sport e gravissime. Come quella del consigliere comunale Benedetto Terenzio, che ha appellato come imbecilli i cittadini che, due mesi fa, denunciarono il furto di un albero da una piazza di Cerignola e, successivamente, raccontarono l’episodio su Facebook chiedendo l’intervento- oltre che delle forze dell’ordine- anche dei consiglieri comunali. All’appello rispose il giovane Terenzio, che li bollò come imbecilli, chiedendo poi scusa.
Il Bevilacqua delle denunce. Sono diverse le querele presentate a Gerardo Bevilacqua. Una da parte di Salvatore Tatarella, una da parte di un corrispondente locale; una da parte di Gino Caiaffa, titolare della ditta Ecolav. Il Ribellione identifica una sorta di sistema di potere in maniera colorita e in un modo che gli interessati hanno ritenuto infamante. Più in generale l’aggressività dilagante interessa ogni ambito, così come la delegittimazione.
Risse in consiglio. Non c’è un consiglio comunale che proceda senza interruzione per 10 minuti. Nell’ultima assise Tommaso Sgarro e Franco Metta sono arrivati quasi alle mani. Dai banchi dei consiglieri è sistematico l’insulto all’avversario, anche volgare. Il dileggio delle istituzioni.
Veri e falsi attentati. Fino alla fine si è giunti alla scoperta di una lettera contenente un proiettile indirizzato a FrancoˆMetta, di cui non si sa nulla. Il sindaco addossa la colpa ai Ribellioni e chiama a raccolta il suo popolo. Così come successe a maggio con Carlo Dercole, quando gridò all’intimidazione politica perchè avevano rubato le ruote dell’auto al futuro assessore (e genero). Fu la Colasuonno in persona a smentire la matrice politica di quell’evento. Ma Metta volle la mobilitazione cittadina: se ne presentarono in 30.
Michele Cirulli