Toto-giunta Metta tra certezze, fantasie e suggestioni
C’è tanta sorpresa e curiosità intorno al progetto civico di Franco Metta. Sia perchè la sua coalizione ha avuto la pretesa di incollarsi un nome ambizioso, quello del Cambiamento, ed anche perchè nell’esperimento convergono esperienze assai diverse, dall’estrema sinistra ai partiti post fascisti.
Metta è stato il collante di queste anime. Ma chi saranno gli interpreti del Cambiamento, quali saranno le prime mosse e quali potrebbero essere i ruoli chiave da mettere in cassaforte? è ancora presto per le trattative, dopo le 24 ore di festa e di sbornia post elettorale. Ma qualcosa inizia già a muoversi.
Innanzitutto perchè la composizione del consiglio comunale regala una fotografia molto omogenea dei consiglieri, direttamente espressione del capo ad eccezione di Rino Pezzano e Leonardo Paparella. Sbrigata la pratica Cerignola Democratica, quindi, tutto potrebbe risolversi in un batter d’occhio. Proprio Paparella, mister voti, il più suffragato della coalizione del cambiamento con 519 voti potrebbe essere il nuovo presidente del consiglio comunale, anche se la partita la si gioca con Loredana Lepore, cicognina della prima ora che ha già ricoperto la carica di vicepresidente nell’arco dell’ultimo mandato Giannatempo. Ma l’exploit di Metta a Torricelli, per i maliziosi, altro non significherebbe che un patto di ferro con Natale Curiello, anch’egli in odore di presidenza, anche se questa sembra essere più una posizione di fantapolitica.
In ogni caso Cerignola Democratica incasserebbe anche un altro assessorato (Pia Zamparese?), così come sembra scontato che le politiche giovanile possano andare in capo a Carlo Dercole, giovane leader di Ricambio generazionale. Nel mezzo vi sono bilancio e contenzioso, che potrebbero essere affidati a Michele Monterisi e Lepore, appunto, anche se è difficile che i due possano lasciare il consiglio comunale per sedere in giunta. Come quasi sicuramente non sarà Rino Pezzano a ricoprire il ruolo di vice di Metta: eletto con 350 voti, l’ex piddino continuerebbe a sedere in consiglio comunale.
Anche i cattolici, di ispirazione curiale, potrebbero piazzare una o due pedine: Salvatore Amato e Mimma Albanese si giocherebbero un assessorato benedetto dal vescovo. Per la cultura la suggestione potrebbe essere Lucia Lenoci, nella mission impossible di imitare le intraprese dell’assessore simbolo che ha rilanciato Cerignola dal punto di vista culturale, Rossella Rinaldi.
I nomi girano, e girano parecchio. Come quello di Giuseppe Tatarella, figlio dell’ex europarlamentare Salvatore, il padre politico di Franco Metta e Antonio Giannatempo, gli ultimi due sindaci di Cerignola.
Senza dimenticare che in fase di composizione della giunta sul piatto vi saranno anche le nomine: quella della società Ofanto Sviluppo srl, che gestisce l’interporto di Cerignola e San Ferdinando di Puglia, e quella del manager della SIA srl, che si occupa della discarica Forcone Cafiero ormai giunta al collasso nel giro di pochi mesi. Non solo, perchè Franco Metta ha promesso anche nuovi dirigenti in sostituzione dei vecchi e questo, nell’economia degli equilibri, non è un dato secondario. Così come pare che il primo cittadino voglia trattenere per sè alcune deleghe (pare la sicurezza). La partita, come al solito, si gioca al terzo piano di Palazzo di città , dove gli uffici lavori pubblici e urbanistica potrebbero entrare nelle mani di Tommaso Bufano, architetto e cicognino della prima ora, già indicato da Metta nel fantaesecutivo del 2010. Ovviamente adesso si tratta solo di voci incontrollate, ma già dopo la proclamazione del nuovo sindaco si potrà iniziare a fare sul serio, separando le aspirazioni dei singoli dai reali assetti politici.
Michele Cirulli