mercoledì, Maggio 14, 2025
Cronaca

STORIE | Otto famiglie in cerca di una casa. Il dramma dell’emergenza abitativa

Otto famiglie in cerca di un tetto, dopo aver girovagato per le struttura disabitate di Cerignola e aver occupato temporaneamente immobili comunali. Ieri sarebbe dovuta essere la fine di ogni angoscia, perchè venerdì scorso dall’ufficio servizi sociali avevano informato della possibilità  di trovare una temporanea soluzione ai drammi dei senza dimora.

 
Invece, già  dalle 11:00 di lunedì, nessuno si è affacciato al secondo piano di Palazzo di Città , dove i cittadini “ che hanno promesso di rimanere lì anche nella notte- hanno stazionato in attesa del sindaco, Antonio Giannatempo.
Alcuni dei manifestanti hanno avuto problemi con la giustizia, quasi tutti sono disoccupati ed altri convivono con gravi situazioni familiari. Marco è appena uscito dal carcere, è senza lavoro e vorrebbe riprendere una vita normale: nel frattempo sua moglie e sua figlia vivono in un box preso in affitto; Gerardo in Comune ci è passato più volte, anche perchè suo figlio, di 16 anni, è invalido al 100% ed ha bisogno di cure, che la famiglia al momento non può sostenere, in quanto senza reddito. Valentina non ha nemmeno trent’anni, è incinta ed è mamma di una bambina di 3 anni: venerdì scorso, insieme a suo marito e ad altre tre famiglie, ha cercato di occupare un immobile comunale individuato nella struttura destinata alla scuola di infermieri, in zona Addolorata.
Dopo qualche ora sul posto sono arrivati gli agenti della polizia municipale, i tecnici del comune di Cerignola, le forze dell’ordine: li hanno convinti a lasciare la casa, li hanno invitati a ripassare ad inizio settimana perchè gli sarebbe stata garantita una soluzione che, però, in realtà  non esiste. Non so cosa fare, oggi non c’è nessuno, dice la dipendente dell’ufficio servizi sociali.  Gli animi si incendiano in breve tempo, ma il sindaco potrà  riceverli soltanto in un altro momento.
Vi sembra facile, io vivo in un garage allagato con mia figlia di pochi mesi. Ventiquattro ore per voi non sono niente, per noi sono fin troppe, rilancia Marco. Tutti gli astanti rilevano un comune denominatore: a loro dire, difatti, la gestione della graduatoria non avrebbe parametri fissi perchè chi viene qui a fare la voce grossa, prima o poi ottiene dei risultati che noi, al contrario, stiamo aspettando da anni. I cittadini rimangono nei corridoi in attesa che qualcuno esca dall’ufficio servizi sociali per capire come comportarsi e quanto ci sarà  da attendere prima di trovare una sistemazione.
Tra questi c’è Ripalta, che da 15 anni vive in una casa inagibile. Entro un mese e mezzo dovrà  lasciare anche quell’appartamento in seguito ad un’ordinanza si sfratto: Vivo con mia figlia e con mia nipote di 2 mesi, ed ogni volta che vengo qui non ci sono mai soluzioni. L’unico ad ascoltarci è il dirigente, ma oltre questo non può fare niente perchè dicono che non ci sono fondi. Cosa farò quando dovrò lasciare per forza la casa? Dove andremo con una bambina di pochi mesi?.
Molti di questi cittadini per i pasti si rivolgono alla Croce Rossa e alla Caritas, ma il sistema del welfare made in Cerignola sembra essere del tutto saltato, almeno a sentire i racconti di chi quotidianamente lo sperimenta sulla propria pelle: La settimana scorsa- dice Valentina- mi hanno dato del latte scaduto da tre mesi. Me ne sono accorta in maniera fortuita, altrimenti lo avrei dato tranquillamente a mia figlia senza pensarci due volte.Io ho dovuto vendere la mia casa perchè mio figlio ha gravi problemi di salute. I medici non mi hanno dato rassicurazioni, anzi, potrei perderlo da un momento all’altro. Prima avevamo i patronati, ero proprietario di un’abitazione di 140 metri quadrati. Oggi vengo qui a chiedere aiuto perchè ho finito i soldi per le cure, ma nessuno sa darmi informazioni sui bandi, sui finanziamenti e sui diritti che spettano a me e a mio figlio, dice Gerardo Tarantino, tra coloro i quali ieri mattina hanno assediato palazzo di città .
A qualche metro di distanza ci sono dei ragazzi di colore che aspettano il loro turno fuori dalla porta: Quando riguarda noi- aggiunge Tarantino indicandoli- ci sono problemi di natura economica; quando riguarda gli extracomunitari, invece, i soldi ci sono. Prendono 36 euro al giorno, tempo fa a Borgo Libertà  è stata creata una struttura interamente per loro, un immobile per accoglierli con camere e bagni, servizi e zero spese. Le utenze vengono pagate dai cittadini. Mentre noi dobbiamo dormire nelle macchine o fare salti mortali per assicurare il minimo ai nostri familiari. Vi sembra normale?.
Il sindaco Giannatempo dovrebbe accoglierli oggi e se tutti in fondo ci sperano, la rassegnazione inizia a dilagare: Rimandano sempre, ci dicono domani, dopodomani e poi spariscono. E  noi non riusciamo a gestire e a sostenere nemmeno la nostra famiglia, è umiliante, sottolinea Sergio.
Michele Cirulli
 

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