venerdì, Aprile 19, 2024
Cronaca

Cittadini contro il 5G. L’esperto: “Già irradiati da queste onde”


Onde 5G pericolose per la salute? i cittadini protestano, i sindaci sulle barricate. L'esperto smonta le posizioni dei comitati.

Al momento non ci sono evidenze scientifiche sull’impatto che la connessione iperveloce 5G potrebbe avere sulla salute dei cittadini- e questo alimenta la catena di fakenews che vorrebbero una correlazione tra le onde della nuova tecnologia ed il Coronavirus- ma, a parte le bufale, le preoccupazioni delle persone appaiono legittime e lo spaesamento sembra naturale: non per tutti, certo, come dimostra l’esperto Stefano Fratepietro.

Spuntano in numero sempre più sostanzioso i gruppi virtuali (e non) che si oppongono alla tecnologia superveloce di quinta generazione. Da San Nicandro Garganico a Foggia, da San Severo al Gargano, il dibattito sulla rete è diventato di attualità. A Cerignola il gruppo “I cittadini dicono no al 5G”, ad esempio, ha toccato quota 600 iscrizioni in pochi giorni. E visto che, secondo l’istituto Superiore della Sanità, “al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G”, allora i sindaci e le comunità iniziano a muoversi in autonomia.



I casi Torremaggiore, Lucera e Apricena

Il 4 aprile scorso il sindaco di Lucera Antonio Tutolo ha emanato apposita ordinanza di divieto: “Il 5G si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette onde millimetriche, che comportano due implicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessita di un maggior numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio”. Inoltre, prosegue Tutolo, “le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario”. Da qui il sindaco emana “Il divieto dell’eventuale sperimentazione del 5G sul territorio del Comune di Lucera in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer”.

Sulla stessa scia anche il Comune di Apricena: “Abbiamo intenzione di approfondire e mettere in atto azioni per bloccare eventuali installazioni fino a quando non ci sono studi che attestino che non ci sono rischi per la salute. Fino a quel momento non accetteremo nulla a scatola chiusa, che potrebbero essere dannose”, annuncia il sindaco Antonio Potenza.

Precursore del No al 5G, in provincia di Foggia, è stata Torremaggiore, dove il “Comitato Salute Alto Tavoliere STOP 5G” ha presentato una mozione in consiglio comunale, passata all’unanimità, che vieta installazioni sul territorio comunale. Nel frattempo aumentano i gruppi online di opposizione netta alla nuova tecnologia. Ma non tutti sono d’accordo con l’equazione 5G uguale danni per la salute. Anzi. Ne è convinto il cerignolano Stefano Fratepietro, esperto di sicurezza informatica che a Bologna, dove risiede, ha fondato la Tesla Consulting e più volte è stato consulente della trasmissione televisiva Le Iene: il suo parere sulle onde 5G è chiaro e differisce dalle posizioni di comitati e cittadini.



Il parere dell’esperto

“Al momento ci sono studi che dicono che non è nocivo e studi che non riescono ad escludere con assoluta certezza la probabilità che possa essere nocivo. Da qui a dire che è nocivo, ce ne vuole. Tra l’altro, alcune di queste onde radio già le usiamo e siamo irradiati quotidianamente”. Quali? “Il digitale terrestre. Perché ci fanno cambiare decoder tra un anno? Proprio perché dobbiamo liberare alcune frequenze che oggi sono usate per il ddt, domani saranno usate per il 5G”, spiega Fratepietro.

“Quindi – aggiunge – già siamo abbondantemente irradiati da queste onde radio. Altra cosa sul piano di installazione di queste antenne: salvo rari casi, è prevista in larga scala la sostituzione delle attuali con quelle nuove, quindi no nuove installazioni o aumento significativo delle antenne. Stiamo ripercorrendo lo stesso ed identico percorso bufalaro che hanno fatto il wifi, il 4G o 3G anni e anni fa quando non lo si voleva installare nelle scuole”, aggiunge l’esperto di sicurezza informatica.

“Ora, ovvio che tutte queste onde radio bene non fanno se si decide di vivere abbracciati ad un palo di un ripetitore, ma allora dovremmo tutti tornare al telefono con il filo e nemmeno ai telefoni GSM visto che quegli apparecchi di una volta erano molto più pericolosi degli attuali smartphone”, conclude Stefano Fratepietro della Tesla Consulting. Il dibattito non macherà di produrre ulteriori divisioni: l’esperto da una parte, i cittadini preoccupati per le onde 5G dall’altra.



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