sabato, Aprile 20, 2024
Cronaca

Questione ambiente: tutte le partite ancora aperte (e inquinanti)



C’è un tema che nella provincia di Foggia, ed in particolar modo a Cerignola, consuma la vita dei cittadini in maniera subdola, quasi invisibile, ed è quello ambientale. Nella maggior parte dei casi, però, la questione-ambiente è accompagnata da uno scetticismo di fondo, che a volte si tramuta quasi in rassegnazione e che finisce per rimpicciolire un’emergenza che invece meriterebbe tutt’altra attenzione. Perché la mole di provvedimenti giudiziari ricaduti sul territorio è spaventosa, ma a questo non segue una presa di coscienza netta e decisa. Vari fenomeni che poco c’entrano con l’inciviltà pur diffusa dei cittadini, ma sembrano appartenere a tutt’altre logiche.

Roghi nelle campagne. Colpevolmente derubricato a combustione di scarti vegetali e tubicini per irrigazione, in realtà il fenomeno dei roghi nelle campagne, come più volte denunciato, ha una portata molto più ampia con quello che sembra essere a tutti gli effetti un sistema utile a smaltire illegalmente i rifiuti (con evidente risparmio per chi si macchia del reato). La Prefettura di Foggia ha disposto un intensificazione dei controlli e l’utilizzo, anche in notturna, di droni. In estate erano stati tutti i sindaci di Capitanata, a partire dal Basso Tavoliere, a richiedere un intervento urgente da parte dello Stato.



Canale Lagrimaro. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari hanno posto sotto sequestro il canale Lagrimaro, nella zona industriale di Cerignola. Scarti di aziende hanno reso un corso d’acqua una vera e propria discarica a cielo aperto, con il tanfo che inizia ad alzarsi sin dalle prime ore del pomeriggio. Nonostante il sequestro del corso d’acqua, nulla sembra essere cambiato. Anzi, gli scarichi illegali potrebbero continuare ad avvenire. Recentemente il ministro all’ambiente Sergio Costa ha diffuso una relazione rispondendo ad una interrogazione del parlamentare Giorgio Lovecchio del Movimento 5 Stelle.

Cave e tombamento. Una piaga che viene da lontano. Sin dalla fine degli anni 90, Cerignola fa registrare attività di tombamento dei rifiuti nelle zone di campagna, a ridosso della Diga Capacciotti. Gruppi criminali infarciscono la terra di rifiuti pericolosi e non. Ci sono state diverse inchieste giudiziarie nel territorio, da Veleno a Black Land o Balck Hole, solo per citarne alcune. Tanto che la Direzione Investigativa Antimafia, nell’ultimo rapporto semestrale, ha individuato il “rapporto ormai consolidato tra la criminalità organizzata foggiana e quella campana nel traffico illecito di rifiuti, con lo sversamento nelle campagne del foggiano di ingenti quantità di rifiuti provenienti dal napoletano”.  



 Rifiuti in strada. Quasi ciclicamente i rifiuti vengono accatastati in strada, un segno tangibile di quanto il settore pubblico sia in affanno. La società SIA srl è ormai decotta, sepolta da debiti e crediti non incassati, tanto che il Tribunale ha rigettato la richiesta di concordato preventivo in continuità bollando come “insostenibile” il piano presentato dalla ditta. E mentre a Forcone Cafiero ci sono impianti che fanno gola in tutta la Regione, la SIA è riuscita a perderne anche la titolarità a causa di scelte politiche scellerate.

Depuratore. Raggiunto da un ordine di sequestro qualche settimana fa, il depuratore è stato al centro di tante, troppe polemiche, con la gente scesa in piazza per dire no al tanfo proveniente dalla struttura, poi rimessa a nuovo e riorganizzata. Solo che, dopo un anno, un’area significativa è stata posta sotto sequestro: serviva come discarica abusiva. E, peggio ancora, come dimostrato da alcune denunce, quel depuratore appena rimodernato produrrebbe ancora schiuma, praticamente come successo fino ad oggi.

Inceneritore. In tutto questo trambusto, a funzionare è solo l’inceneritore ubicato in contrada Paglia, tecnicamente nel territorio di Manfredonia ma nei fatti a poche centinaia di metri da Borgo Tressanti, Cerignola. La struttura era stata accolta da proteste per le possibili ricadute inquinanti, da ricorsi sull’iter di autorizzazione,  da iniziative giudiziarie dei comitati ambientalisti, per poi prendere avvio indisturbatamente con tutte le carte in regola. In quella zona così isolata, dove soltanto a pochi metri esistono cave create da ignoti e dove (sempre da ignoti) vengono sversati e bruciati rifiuti di ogni tipo.



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