giovedì, Marzo 28, 2024
Politica

Infiltrazioni mafiose, i segnali chiari ma trascurati


Comune di Cerignola

IL PUNTO

I segnali sulle infiltrazioni mafiose, negli anni, sono arrivati eccome e tutti avrebbero potuto capire quanto stava succedendo nella città che fu di Di Vittorio e che poi è scivolata nelle mani della rete criminale, che ha intrappolato l’economia e la politica ofantina.  

Il 2016 è l’anno della svolta, perché le istituzioni non solo prendono coscienza del problema criminalità a Cerignola, ma iniziano a mandare messaggi molto chiari all’ex primo cittadino e alla città. Se c’è Metta, non c’è lo Stato. Ed infatti da quel momento in poi solamente il sorridente vescovo Luigi Renna si fa fotografare di fianco al sindaco il cui consiglio è stato sciolto per infiltrazioni lo scorso ottobre.



Già dal 2016 le prime avvisaglie. L’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando fece tappa a Cerignola il 23 ottobre: “Nella settimana in cui abbiamo finalmente approvato una legge serie per contrastare il caporalato-  scriveva l’ex Guardasigilli-  ho voluto passare nella sua Cerignola per rendere omaggio alla figura di un grande padre della Repubblica che ha iniziato questa lotta: Giuseppe Di Vittorio”. Unico dettaglio: il ministro evitò accuratamente di incontrare Metta. Già chiacchierato.

Quello che fu interpretato come uno sgarbo istituzionale, in realtà da più parti – a questo punto giustamente – fu letta come una presa di posizione netta, tanto che per “aggirare” l’ostacolo-sindaco il Ministro disse di essere arrivato in veste non ufficiale. Ma non solo.



A evitare l’incontro con Metta fu anche l’ex giudice Giuseppe Ayala, impegnato in Sicilia negli anni dell’attacco a Cosa Nostra. Il magistrato non invocò nemmeno la classica scusa dei pregressi impegni o per “motivi istituzionali”: semplicemente, nel novembre del 2016, decise di rifiutare un invito. Tanto che Metta, dopo il diniego dettato da motivi di opportunità,  iniziò a vomitare odio sui social: la colpa, secondo il sindaco, era di Marchiodoc.it che infangava la città. Ed invece anche Ayala, con lui, proprio a causa sua, non voleva avere nulla a che farci. E lo snobbò. Nell’agosto del 2017 ci pensa un giornalista, Giuliano Foschini di Repubblica, a mettere le cose in chiaro svelando l’esistenza di un dossier-Cerignola sulle infiltrazioni mafiose.

Nonostante i segnali chiari, la politica continuava a non accorgersi di nulla: “Al momento non c’è nessuna comunicazione da parte della Prefettura di Foggia o del Ministero. Stiamo parlando di articoli apparsi su un giornale nazionale, probabilmente scopiazzati da altri giornali che fecero accuse simili nei tempi passati. A me – rimarcava il presidente Leonardo Paparella– dispiace quando vengono fuori queste notizie, perchè se dovessero rivelarsi infondate arrecherebbero un danno all’intera città”.

Tra chi non aveva colto il segreto di Pulcinella sulle infiltrazioni mafiose, anche il presidio cittadino di Libera, nomi e numeri contro le mafie, che nemmeno sullo scioglimento del consiglio di ottobre scorso è riuscito a scrivere un comunicato stampa (lo ha fatto al suo posto il coordinamento regionale): forse troppa prudenza dettata dalla vicinanza con il vescovo Renna.



L’associazione fondata da don Ciotti, nel 2017 commentava così: “Abbiamo il sentore? No, mai avuto sentore che vi possano essere infiltrazioni mafiose nell’amministrazione”. E rilanciava: “E se non fosse vero?”. In altre realtà è proprio Libera ad accendere i riflettori su commistioni o infiltrazioni. A Cerignola invece è successo il contrario. E mentre campanelli d’allarme inequivocabili arrivavano da ogni parte, a Cerignola partiva la corsa allo sbigottimento: “Rimango davvero stupito, perchè, se fosse vero, vuol dire che in giunta o in consiglio vi siano persone che fanno interessi mafiosi e questo sinceramente mi spiazza. Certo, Cerignola è una città  borderline, ma un’accusa così grave e grande mi lascia perplesso”, diceva Paolo Vitullo, nei fatti maggioranza insieme a Metta.

Segnali decisi, forti. Quasi impossibile non accorgersi che qualcosa non funzionava e, col senno di poi, e non solo, sorprende la sorpresa di alcuni figure chiave dell’amministrazione e della società civile.



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giuliano
4 anni fa

NON VEDO NON SENTO NON PARLO (CIT. giuliano salvatore)

Postino
4 anni fa

Davvero imbarazzante LIBERA
Inquietante

rino
4 anni fa

DA COSA è STATATO SPINTO METTA AD ESSERE COSI’ CONVENEVOLE? CON CERTI PERSONAGGI? ATTENZIONE CHE QUESTO MODO DI FARE SFASCIA DEFINITIVAMENTE LA SOCIETA’ CERIGNOLANA E A RIMETTERCI CI SARANNO SOPRATTUTTO LE PERSONE PER BENE ONESTE. MASSIMO CONTROLLO DA OARTE DEI GIUDICI. ci dicesse metta dove dobbiamo mandare a vivere i nostri figli, noi persone per bene e oneste.

giuliano
4 anni fa
Reply to  rino

Acquiescente, prego, acquiescente

giuliano
4 anni fa
Reply to  giuliano

La relazione utilizza il termine ACQUIESCENTE , ma lui il DISONESTO dice di non conoscere il significato della parola…
ALLORA glielo spiega il vocabolario:
acquiescente-Che aderisce a proposte o richieste in modo tacito o passivo; accondiscendente, remissivo

Pellicano
4 anni fa

L unico che ci può salvare è il piccolo divittorio… Francesco disanto aiutaci tu…

Alpacino
4 anni fa

Perché non fate un bel articolo dove dite che Il capo e i suoi seguaci bloccano dai loro social tutti quelli che in maniera educata provano a smentire le loro frottole.

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