giovedì, Aprile 25, 2024
Cronaca

Vent’anni a Lastella per il duplice omicidio

Condannato a 20 anni di reclusione l’ex impiegato di Cerignola Francesco Lastella di 47 anni, riconosciuto colpevole del duplice omicidio di Giuseppe e Francesco Dell’Olio, padre e figlio rispettivamente di 65 e 24 anni, uccisi a
coltellate il pomeriggio del 12 dicembre del 2016: teatro del delitto un garage in uso all’imputato in via dei Tulipani al rione Fornaci.


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Omicidio Dell’Olio


L’imputato lavorava al «cup» per la prenotazione di visite mediche e si stava occupando del disbrigo delle pratiche per la riabilitazione di Francesco Dell’Olio in seguito ad un incidente stradale: l’avrebbe fatto fors’anche per un debito di droga contratto (la parte civile dice che non ci sono prove), mentre padre e figlio avrebbero lamentato i tempi lunghi.
La Stella fu subito arrestato dagli agenti del commissariato che gli sequestrarono il coltello: sostenne d’aver agito per legittima difesa perché aggredito dalle vittime; ottenne dopo 4 mesi, l’11 aprile 2017, gli arresti domiciliari lontano da Cerignola: da tempo era libero per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva.
La sentenza di primo grado è stata pronunciata dal gup del Tribunale di Foggia Carlo Protano al termine del processo abbreviato che ha comportato la riduzione della pena di un terzo: dal massimo consentito (trent’anni di reclusione, non sono contestate aggravati) si è scesi quindi a 20 anni.



Accolte integralmente quindi le richieste del pm Miriam Lapalorcia; richiesta di condanna ribadita dall’avvocato Francesco Santangelo, costituitosi parte civile per i familiari delle vittime: La Stella dovrà risarcire i danni (da quantificare in sede civile) e pagare una provvisionale di 100 mila euro.
Gli avvocati Giuseppe Perrone e Antonello De Cosmo chiedevano al gup di assolvere l’ex impiegato per legittima difesa sostenendo che uccise perché aggredito dai Dell’Olio, uno dei quali gli puntò anche un coltello: in subordine i difensori chiedevano la legittima difesa putativa (l’imputato cioè ritenne di essere in pericolo di vita e accoltellò i concittadini);
l’eccesso colposo in legittima difesa; e la derubricazione del reato di omicidio volontario in preterintenzionale: la difesa ha preannunciato appello. Al processo, celebratosi a porte chiuse nell’aula gup al primo piano
della palazzina delle aule penale del Tribunale di Foggia, erano presenti sia il presunto assassino sia i familiari di padre e figlio assassinati tre anni fa. (La Gazzetta del Mezzogiorno)




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